Storie di donne

Una giovane imprenditrice: la storia di Marta Basili

Marta Basili ha 28 anni è una giovane imprenditrice, puericultrice, abilitata al soccorso in età infantile, tata e capo scout.

Insieme alla sua socia psicologa e psicoterapeuta, Giulia Mazzoni, ha un’associazione chiamata Calendula e Zucchero Filato, che si occupa di fornire assistenza alle famiglie.

Per il lato infanzia hanno uno spazio baby 0-3 anni, corsi pomeridiani per i bambini in età prescolare e attività ricreative ed educative come musica, yoga, teatro o inglese.

Queste attività sono gestite da esperti dei singoli settori, che condividono lo stesso approccio educativo e collaborano assiduamente con Calendula e Zucchero Filato.

Per il supporto all’adulto hanno corsi preparto, consulenze ostetriche, osteopate e psicologiche, corsi di yoga per tutti, in gravidanza e post parto.

lavorare con i bambini

Hai sempre voluto diventare una giovane imprenditrice?

No, assolutamente, non ci avevo mai pensato finché non è successo. Mi è sempre piaciuto il funzionamento delle società.

Le norme, gli usi, i costumi e le leggi sono temi che mi hanno sempre affascinata. Quando scoprii che il Diritto era la materia che si occupava di tutto ciò decisi quindi di iscrivermi a giurisprudenza.

Ma mi accorsi subito che gli sbocchi lavorativi (vedi l’avvocato, il poliziotto o il giudice) non erano per me.

Quindi chiesi a mia madre di poter prendere un anno sabbatico e lei, in amicizia, mi disse “ok, ma non penserai di passare un anno sul divano!?” E da questa situazione è iniziato tutto.

Come hai deciso di lavorare con i bambini?

Mia madre conosceva una ragazza che cercava una babysitter per una famiglia. Io ero nel mio anno sabbatico e mi proposi. Così casualmente, senza saperlo imboccai la strada che mi ha portato a essere una giovane imprenditrice.

In questa occasione mi sono innamorata più che dell’istruzione, dell’educazione e del lavorare con bambini e ragazzi. Così decisi che avrei fatto qualcosa nell’ambito dell’infanzia, ma certo proprio non pensavo di diventare una giovane imprenditrice.

Compreso questo, intorno ai miei ventuno, ventidue anni ho cominciato a seguire corsi di abilitazione realizzati da privati, riconosciuti dalla Regione Lazio e validi a livello europeo.

Uno in particolare mi ha appassionato molto, anche se tutte le mattine per tre mesi sono dovuta arrivare alla fermata metro Libia, che da casa mia vuol dire due ore di mezzi pubblici.

Con il corso feci un mese di tirocinio in un asilo durante il quale ho scoperto che il lavoro mi piaceva e che la modalità “uno a molti” era quella che più mi si confaceva.

Terminato il corso cominciai a cercare lavoro negli asili nido e mi assunsero come tirocinante in due asili differenti.

giovane imprenditrice intervistata da Protagonista Donna. Storie di donne

Prima di diventare una giovane imprenditrice hai fatto altri lavori?

Sì, durante i tirocini negli asili ho continuato a lavorare come babysitter e cominciato a fare l’animatrice per un’agenzia che organizza eventi.

Da semplice animatrice sono poi diventata organizzatrice di eventi. Soprattutto per adulti, quindi parliamo di feste di compleanno, feste aziendali e matrimoni.

Gestendo eventi di tutti i tipi era diminuito il tempo che dedicavo ai bambini quindi decisi di lasciare quel lavoro per tornare alla mia passione.

Da quando sei socia dell’attività?

A 25 anni diventai ufficialmente una “giovane imprenditrice” quell’anno andai anche a vivere da sola, fu decisamente un periodo di cambiamenti.

Avevo appena lasciato il lavoro all’agenzia di eventi perché non mi piaceva e perché Giulia mi propose di entrare in società con lei.

Le sue due ex socie in quel periodo decisero di lasciare l’attività e io che già lavoravo ogni tanto da loro, mi trovai nel posto giusto al momento giusto.

Conoscendo Giulia, anche al di fuori dal lavoro, ci siamo trovate subito bene e quindi quando lei mi propose di diventare sua socia nei fui felicissima e accettai immediatamente.

metodi educativi per far crescere i bambini con fiducia

Meglio essere una giovane imprenditrice o una dipendente?

Giovane imprenditrice, tutta la vita!

Da dipendente hai le tue ore di lavoro e quando finisci stacchi anche mentalmente, questo è vero. Ma da imprenditrice hai la responsabilità finale e la soddisfazione del risultato.

Non stacchi mai veramente, hai sempre un occhio e un orecchio su quanto può succedere, ma questo perché la tua attività diventa come un figlio.

Poi da imprenditrice ho riscontrato anche l’importanza di lavorare con persone che stimi. Con Giulia non abbiamo mai avuto vere discussioni.

Ogni volta che c’è da risolvere qualcosa siamo in grado di sederci e discuterne con molta calma e senso pratico.

Lei dice che essendo entrambe scout, abbiamo un modo di affrontare le cose molto simile e che non ci porta mai a contrapporci veramente.

Devo dire che sono d’accordo, in lei ho trovato un’ottima collaboratrice. Poi c’è anche da dire che abbiamo compiti differenti, perciò ognuna può e deve dire la sua su tutto, ma l’ultima parola su un tema sta alla responsabile.

Io mi occupo di tutta la parte infanzia, spazio baby, programma delle attività infantili e rapporti con i genitori. Giulia si occupa della parte adulti e quindi gestisce i corsi e le consulenze.

Come decidete che servizi offrire?

Be’ quando sono arrivata alcuni servizi erano già attivi, ma nel corso del tempo abbiamo ampliato la nostra offerta. Come imprenditrici dobbiamo capire i bisogni del nostro territorio e agire di conseguenza.

  • Alcune attività le abbiamo proposte perché ci sembravano buone idee e i feedback dei genitori ce lo hanno confermato.
  • Altre le abbiamo inserite perché ascoltando i genitori dei bimbi siamo riuscite a cogliere dei bisogni che potevamo soddisfare.

Nel corso degli anni le attività cambiano, alcune si attivano e poi si cancellano, perché direttamente legate a dei bisogni momentanei, altre poi rimangono perché utili nel tempo.

Ad esempio abbiamo appena aperto un corso che si chiama Genitori si Cresce. Questo perché alcune famiglie ci hanno chiesto una consulenza su come gestire determinati momenti della crescita, quali il capriccio o il sonno.

giovane imprenditrice lancia un corso per insegnare ai genitori come crescere

C’è un obiettivo che volete raggiungere sul lavoro?

Vorremo espanderci con gli spazi, per poter gestire meglio le attività. Il nostro sogno è che le due anime di Calendula -attività d’infanzia e supporto all’adulto- possano coesistere a pieno, senza intralciarsi.

Al momento la mattina diamo precedenza al reparto infanzia, perciò tutte le mattine abbiamo lo spazio impegnato con i bimbi.

Alcuni adulti ci chiedono di fare dei corsi di mattina e noi non siamo in grado. Ampliarci con lo spazio comporterebbe anche la possibilità di offrire più attività contemporaneamente e un sostegno più completo.

Stiamo pensando di prendere lo spazio accanto al nostro, ma non è una cosa che si decide su due piedi e stiamo quindi valutando tutte le nostre possibilità.

Chiaramente ampliandoci con lo spazio e l’offerta dei servizi potremo anche far crescere il nostro organico. Ad oggi siamo “fisse” io e Giulia, più il nostro presidente Filippo Primola, che però svolge compiti puramente burocratici. Grazie Filippo.

Nell’ultimo periodo ha collaborato con noi Eleonora, una laureanda in scienze della formazione che sta svolgendo un tirocinio con noi. Ci siamo trovate tutte bene e le è piaciuto lo spazio, perciò stiamo pensando a una collaborazione futura.

Essere una capo scout impatta sul tuo lavoro?

Sì, grazie allo scoutismo ho sicuramente sviluppato senso pratico e doti di problem solving, che per essere una giovane imprenditrice sono necessarie.

Inoltre ho avuto modo, e lo ho tutt’oggi, di vivere altre fasce dell’età evolutiva e capire così tante dinamiche. Quindi direi che lavoro e scoutismo si contaminano a vicenda.

A scout i bambini sono già abbastanza autonomi e, conoscendo cosa succede prima, ho modo di capire e analizzare meglio determinati comportamenti dopo.

Sul lavoro, posso agire con maggior consapevolezza. Vedo cosa possono fare i bambini molto piccoli, ad esempio a due anni, e posso alzare l’asticella sui traguardi dei bimbi più grandi.

L’errore che molti fanno è quello di trattare i bambini come se fossero persone stupide. Invece sono solo persone più piccole, sono molto intelligenti e intuitivi e, se trattati come tali, ci possono davvero stupire.

scoutismo e crescita dei bambini

Essere una giovane imprenditrice e donna cosa ha significato per te?

Storicamente il mio è un lavoro “da donna”, ancora oggi fa strano, per quanto assurdo, vedere un uomo in questo ruolo, perciò l’essere donna non ha mai rappresentato un problema.

Piuttosto all’inizio è stato problematico relazionarmi con i genitori a causa della mia giovane età. Le prime volte da parte dei genitori c’è sempre un po’ di diffidenza.

In più occasioni mi sono trovata a dover consigliare o spiegare a dei genitori comportamenti più adeguati in risposta alle azioni dei bimbi, pur essendo più giovane e non avendo io dei figli.

Ma con l’esperienza ho imparato a pormi e farmi riconoscere come professionista. Nel passato c’è stata qualche incomprensione o incredulità sulle mie capacità, ma oggi ho un ottimo rapporto con tutti i nostri genitori.

Anche perché un rapporto positivo con i genitori agevola anche il nostro lavoro con i bimbi.

Sogno nel cassetto?

A nove anni, a scuola, ci chiesero di fare un tema dal titolo “come vi vedete tra trent’ anni” ovvero all’alba dei quaranta.

Io mi vedevo mamma. Senza una carriera, mamma casalinga.

E il mio sogno, carriera a parte, non è cambiato.

Oggi ho una casa, una relazione stabile da undici anni e dei bambini non miei da gestire. Direi che anche se con dei dettagli differenti, sto sulla buona strada per far felice la me bambina.

Ti dirò di più, ogni volta che sto con Francesco, il mio ragazzo, e vedo un bambino la battuta è “quando me ne fai uno tutto mio?”

giovane imprenditrice. Il sogno? Diventare mamma.

Giovane imprenditrice e fidanzata come gestisci tutto?

Sto con Francesco da undici anni e quest’anno ci siamo fidanzati. Lui negli ultimi 3 anni sta lavorando a Milano e quindi stiamo, giocoforza, vivendo una relazione a distanza.

Nel tempo abbiamo preso strade molto differenti, io ho lasciato l’università e ho cominciato subito a lavorare. Lui ha conseguito una laurea magistrale, un master e poi ha cominciato a lavorare.

Nonostante i percorsi differenti ci siamo sempre stati l’uno per l’altro. Anche a distanza troviamo sempre del tempo per ascoltarci.

Direi che il nostro segreto è che entrambi non amiamo discutere, ma ci piace dialogare per il gusto di farlo.

Abbiamo sempre trovato il modo di venirci incontro ed entrambi abbiamo passioni e valvole di sfogo che esulano anche dal rapporto di coppia.

Tu sei cattolica e Francesco ateo. Come gestite questa differenza?

Il merito va tutto a Francesco, io nei miei alti e bassi ho sempre avuto fede, ma non avrei potuto vivere con una persona che non ne comprendesse l’importanza.

Francesco è sempre stato molto curioso, perciò questa differenza l’ha sempre approcciata con la voglia di conoscenza.

Poi chiaramente lui è e rimane un “ateo praticante”, come diciamo noi, ma mi è sempre rimasto accanto durante il mio percorso di fede.

Mi è stato vicino sia emotivamente sia concretamente, delle volte mi ha accompagnato a messa o a fare servizio e lo ha fatto sempre spontaneamente.

Inoltre ha sempre cercato di andare oltre il semplice concetto di religione per cercare di capire cosa significa nello specifico per me.

La proposta c’è stata, il mio unico punto era un matrimonio in chiesa, il suo unico punto era che lui non dovesse prendere i sacramenti per farlo.

E quindi entrambi pienamente d’accordo sulle necessità dell’altro abbiamo optato per il matrimonio di rito misto.

donne che si raccontano a un magazine femminile

Cosa vuol dire essere una giovane imprenditrice nel 2021?

Che non hai una lira!

Nel senso che per far crescere l’attività anteponi i collaboratori, poi i bisogni dell’attività e, se avanzano risorse, ci sei tu. È pur vero che quando poi le cose vanno bene, ti dà molta soddisfazione.

Comunque la difficoltà dell’essere una giovane imprenditrice e la mia passione per questo lavoro, sono due motivi per cui continuo a fare anche la tata privatamente.

Cosa diresti a chi vuole diventare una giovane imprenditrice?

Per cominciare le direi di organizzarsi, orientarsi e fare attenzione a tre cose.

  • Circondarsi di persone fidate e competenti.
  • Prima di aprire qualsiasi attività, leggere prima i bisogni del territorio.
  • Di non cominciare a mille, ma incrementare i servizi step by step.

Poi le direi che ci vuole coraggio, ma che le darà molta soddisfazione plasmare qualcosa secondo le sue idee e i suoi valori.

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Linda Compagnoni

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