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Le favole. Quanto sono importanti per i piccoli lettori?

Le favole sono la porta magica di accesso al mondo onirico, alla dimensione dei sogni e della fantasia.

Un mondo fantastico, scatenato dall’immaginazione, con personaggi indimenticabili e avventure mozzafiato.

Tra le fiabe si nasconde però ben altro: archetipi e messaggi o, nel caso peggiore, anche condizionamenti.

Nell’ipotesi migliore le visioni illuminate scardinano pensieri nuovi ma offrono anche piccoli germogli di crescita personale che traghettano verso il futuro.

scrittrice per bambini

Ne parliamo con Emma Fenu, scrittrice, studiosa di storia delle donne, recensora e presidente dell’associazione Cultura al Femminile.

Una donna vulcanica, piena di idee, infaticabile, difficile da fermare e, soprattutto, impossibile da definire se non con l’unica parola che potrebbe riuscire a racchiuderla tutta: straordinaria.

Emma ha pubblicato vari titoli, fra cui molti di narrativa per bambini.
Il segreto delle principesse è una fiaba contro i pregiudizi sessisti in cui la protagonista è Genoveffa, la sorellastra di Cenerentola.

È da una fiaba che tutti arriviamo è una silloge di filastrocche sul concepimento naturale, tramite fecondazione assistita (omologa e eterologa) e sull’adozione.

In prossima pubblicazione un libro sul bullismo ambientato in un contesto inatteso e una breve rivisitazione dolcissima di Alice.

Tutte le opere sono illustrate dall’artista e amica Serena Mandrici, che ha realizzato disegni evocativi e meravigliosi, capaci di coinvolgere e catturare.

principesse

Ha, inoltre, partecipato con altre autrici a due bellissime antologie: Favolando. I colori della diversità e Favole dal mondo expa, entrambe destinate alla raccolta fondi per associazioni benefiche.

Emma, i personaggi delle tue favole come e in quali mondi si muovono?

Si librano tutte, anche quelle destinate a un pubblico adulto, nel mondo sospeso fra luce e ombra, fra assoluto e terreno, fra onirico e prosaico: sono come me, sospese e felici di essere funamboli, ma non esattamente me.

Hanno vita propria, libere da cordoni ombelicali, e vanno dove il lettore le porta o, talvolta, lo conducono dove non si aspetta.

cultura al femminile

Il mondo dei bambini si muove in modo libero fra desideri e realtà, fra presente e futuro, fra immaginazione e affetti forti, profondi.

Tu che lavori con i bambini, proponendo laboratori teatrali,

quanta importanza dai alle favole come formazione?

libri per bambini

La fiaba è mito, è archetipo, ci racconta da dove veniamo, chi siamo e chi saremo. Svela il segreto intimo dell’uomo oltre il Logos, nel bosco dell’inconscio e dell’ignoto.

Formulate per gli adulti nella narrazione corale, oggi sono destinate soprattutto a un pubblico di piccoli lettori di ogni età, ossia ai bambini e a coloro che hanno imparato a essere tali.

Attraverso il potere magico del racconto si impara a riconoscere le emozioni, a affrontare le sfide della vita, a esercitare la libertà di scegliere e agire secondo coscienza, ad accogliere come dono la diversità, a non confondere il coraggio con l’abuso e soprattutto a essere fieri di se stessi, del proprio peculiare talento che ci rende unici e meravigliosi.

Che messaggio lasci ai piccoli lettori?

Reinterpreto, vestita da protagonista, in una sorta di recitazione che contempla il dialogo con un pubblico attivo, le favole della tradizione, senza rinnegare il loro fascino e il loro valore paideutico.

archetipi e modelli per bambini

Tuttavia, al termine, propongo un nuovo finale, coinvolgendo i bambini e la loro fantasia e saggezza: un finale in cui le principesse si salvano da sole, in cui i principi sfoderano armi di parole, in cui i bambini gabbano streghe e orchi, perché sanno che ci sono i “cattivi” ed è possibile difendersi creando rete.

Qual è la tua fiaba preferita e perché?

È Alice, il mio alterego, non a caso mia madre aveva scelto questo nome per me quando mi aspettava nel suo ventre.

Mi affascina il pozzo che ci scava dentro, facendosi strada fra le viscere.

Adoro l’ambientazione atemporale, quindi eterna, e la polisemia dei celebri dialoghi, per cui la verità sta nella domanda.

Credere alle favole

Tutti noi siamo Alice, tutti noi in iniziazione alla ricerca della nostra identità, confusi fra ciò che siamo e ciò che dovremmo essere, a volte troppo grandi e a volte troppo piccoli, tesi fra il desiderio di obbedire e, al contempo, di infrangere regole e convenzioni.

Tutti noi abbiamo perseguito ribellioni, siamo quasi annegati in un fiume di lacrime e ci siamo dissetati da tazzine vuote, abbiamo dischiuso e sfondato mille porte, ci siamo specchiati per cercarci e trovare l’Altro, e ci siamo fatti “tagliare la testa” per rinascere ancora e ancora, consapevoli che la vita è evoluzione.

leggere le favole

E di Alice parlo, opportunamente mascherata, o svelata e rivelata, di tulle celeste e grembiule bianco, ma stavolta agli adulti (anagraficamente, s’intende!) quando presento l’antologia Una casa tutta per lei che ho curato con Valeria Bianchi Mian, scrittrice psicologa e psicoterapeuta junghiana.

Come vedi l’evoluzione dell’indipendenza femminile?

Io trovo che di strada se ne debba ancora fare tanta, ma sono persuasa che la formazione delle nuove generazioni – anche attraverso la “buona” letteratura – possa portare a un’evoluzione importante.

Ad esempio, ho molto apprezzato il progetto di Storie della buonanotte per bambine ribelli perché si può lottare contro gli stereotipi imposti dalla nostra società, permettendo ai giovani lettori di trovare libertà di approccio e comportamento, di ottenere una visione più ampia delle proprie prospettive individuali senza doversi per forza incastrare nei soliti ruoli triti e ritriti.

Proporre favole diverse dai soliti schemi è un ottimo modo per creare una generazione avanzata di giovani donne e giovani uomini. So che anche tu lo fai, con le storie che proponi, soprattutto in merito alla narrativa per bambini.

Parlaci del progetto delle favole che proponi.

favole letture bambini

Come ho accennato, i miei finali alternativi non sono sessisti e vincolati a modelli imposti.

Ho recitato i testi di Piccole Donne, grandi sogni, anche se non sono propriamente fiabe ma biografie illustrate; le deliziose reinterpretazioni di Bethan Wollvin, che ci racconta una Cappuccetto rosso sfrontata e una Raperonzolo ribelle e la Biancaneve di Raphaëlle Barbanègre e Davide Calì che rivendica tempo per sé, perché troppo dedita all’accudimento dei nani (una Virgina Woolf con un fiocco rosso sulla sommità del capo!).

Il mio prossimo e imminente laboratorio a Copenhagen, dedicato a bambini figli di expat o con un solo genitore italiano, tratterà di Hansel e Gretel e di una strega che, anche lei, non risponde allo stereotipo di una donna vecchia e brutta e, quindi, necessariamente cattiva, invidiosa e pericolosa.

Protagonista Donna

L’ultima domanda è per te. Immagina una favola dove una bimba trova un libro magico capace di recapitare messaggi dal futuro. E immagina che questo libro sia nelle mani di te, bambina.

C’è qualcosa che vorresti dire alla Emma di tanti anni fa?

“Aspettami. Ti cercherò, ascolterò le tue fiabe, ti racconterò le mie. Sarà bellissimo prenderci per mano e correre insieme, scalze e spettinate, nel bosco della vita. Lascia che io cresca, lascia che io ti ritrovi.”

testimonial progetto donna

La tua opinione conta per noi.
Credi sia ancora importante leggere le fiabe ai bambini?
Scrivilo nei commenti.

Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.

Protagonista Donna

Loriana Lucciarini

4 thoughts on “Le favole. Quanto sono importanti per i piccoli lettori?

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