Curiosità

Tradizioni natalizie italiane

E dopo avervi parlato delle curiosità sui simboli del Natale nel mondo oggi voglio svelarvi alcune tradizioni natalizie italiane che mi hanno colpito.

Ogni regione ha i suoi cibi tipici e le ricette caratteristiche della vigilia e un po’ci riportano a casa anche se siamo lontani.

Magari voi avete un rito tutto vostro, tramandato dai nonni o dal passato, e sarebbe bello se ogni lettrice condividesse il suo personalissimo ricordo.

E se siete un po’ Grinch e non amate questa festività è comunque interessante sapere cosa si organizza nel nostro Paese durante questo periodo di feste e magari approfittare per organizzare una gita e andare a vedere di persona.

Il Natale al Nord

La tradizione natalizia del ceppo acceso era emozionante e si tramandava di padre in figlio.

Il capofamiglia, infatti, la sera della vigilia, faceva ardere un grande tronco di legno e sopra c’era del ginepro che era stato benedetto.

Per dodici notti quel ceppo doveva continuare a brillare finché il papà versava sulle fiamme un po’ di vino, poi passava il bicchiere a turno a tutti i componenti della famiglia e beveva lui stesso.

Alla fine concludeva il rito mettendo una moneta sopra il legno e dando qualche spicciolo anche ai figli.

In alcune regioni questo ceppo di Natale si chiamava Nadalin ed era di gelso o faggio.

La leggenda voleva che più era grande il ceppo più la famiglia che lo possedeva avrebbe avuto una buona sorte nel nuovo anno.

Inoltre sebbene fosse il capofamiglia ad accendere il Nadalin, era però il più piccolo di casa a doversene prendere cura.

usanze italiane per la vigilia: corona dell'avvento di fuoco

Altra usanza di Natale del Nord Italia è la Corona dell’Avvento: un intreccio creato da tutta la famiglia con i rami d’abete e la seta di colore rosso.

All’interno della corona si disponevano quattro candele che rappresentavano le quattro domeniche che precedevano la vigilia.

Ogni domenica si accendeva uno dei lumi fino ad avere la corona interamente illuminata il giorno di Natale.

Tradizioni natalizie italiane del Centro

Anche qui, in Umbria, Toscana e Lazio il fuoco ha una parte molto importante nei riti della vigilia.

Infatti con dei grandi rami si costruiscono i Natalecci, strutture fatte di legno, che poi vengono bruciate per mostrare la strada a Gesù che nasce.

Ed è proprio del centro Italia l’albero di Natale che vanta il primato per grandezza: è lungo circa ottocento metri e si trova a Gubbio.

Si tratta di uno spettacolo di luci molto suggestivo.

Altra usanza caratteristica è quella dei suonatori di strumenti realizzati con pelli animali, che intonano stornelli antichi oppure tipici del luogo.

Queste figure hanno un nome diverso in ogni regione, però si ritrovano nei paesini di tutto il centro.

Suonano stornelli in cambio di cibo o monete ed evocano il tempo del baratto.

Gli zampognari, così sono chiamati in alcune regioni, sono talmente entrati nell’usanza popolare che sono rappresentati nel presepe napoletano.

riti di Natale al sud con festeggiamenti e cibi tipici

Il Sud e i suoi riti di Natale

Le tradizioni natalizie del sud vedono ancora una volta l’usanza legata al fuoco.

Infatti il ceppo di legno veniva arso fino al 6 gennaio, quando le sue ceneri erano sparse per i campi arati come gesto benefico per i raccolti dell’anno nuovo.

Anche qui ci sono gli zampognari che si spostano con i loro particolari strumenti fra le vie dei centri abitati.

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Una ritualità tipica del 25 in Sicilia , invece, è quella del gioco a carte della Zecchinetta, che prende probabilmente il nome dagli inventori del passatempo: i Lanzichenecchi.

Si parte con le carte scoperte sul tavolo e bisogna vincere il banco. Ma il vero spasso sono le battute che serpeggiano durante le partite.

Persino nel romanzo di Sciascia, Il giorno della civetta, del 1960, si parla di questo divertimento.

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Elisabetta Valeri

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