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Cuba dice sì al pugilato femminile

L’Isola dà il permesso al pugilato femminile dopo i divieti durati decenni.

Lo ha dichiarato il vicepresidente dell’Istituto cubano dello sport con un comunicato.

Il governo cubano, quindi, lascia entrare le donne nel ring e, con questa decisione, rivoluziona una chiusura che era definita machista.

Purtroppo negli ultimi anni, in tutto il mondo, alcuni settori dello sport hanno dimostrato indifferenza verso i diritti di parità di genere.

Il comunicato che apre al pugilato femminile

Ariel Saínz, vicepresidente dell’Inder, ha dichiarato «Oggi rendiamo pubblica l’autorizzazione al pugilato femminile nel nostro Paese».

La decisione è stata annunciata durante una conferenza stampa. Si è parlato di un «potenziamento» della presenza delle donne sul ring.

L’apertura alle combattenti femminili fa parte di una serie di leggi più favorevoli nei confronti delle donne.

Ne è un esempio il nuovo Codice di famiglia inserito nella Costituzione emanata nel 2019.

Le atlete della Repubblica di Cuba si sono opposte per anni alla chiusura del mondo della boxe alle combattenti femminili.

Ora c’è un’occasione per il pugilato delle donne: i giochi centroamericani di San Salvador (che si terranno nel 2023).

Cuba e lo sport negli ultimi anni

In realtà tutti gli atleti, indipendentemente dal loro genere, per molti anni hanno dovuto sottostare alle rigidità del sistema politico statale.

E solo nel 2013 è stata varata una riforma per autorizzare contratti all’estero nel campo dell’agonismo sportivo.

Anche questi accordi sono stati mediati dall’Istituto Nazionale dello Sport.

Il Granma, organo di stampa ufficiale del Partito Comunista Cubano (Pcc), infatti ha ribadito che gli atleti avrebbero potuto percepire una retribuzione in base ai risultati ottenuti.

L’apertura al compenso è stata fatta anche a favore di pugilato, pallavolo e atletica leggera.

Questa decisione ha riguardato persino le competizioni internazionali dove agli atleti è stato concesso di ottenere l’80% dell’incasso.

La riforma si è resa necessaria anche per ovviare alla fuga degli sportivi che, pur di guadagnare, si rivolgevano all’estero.

Elisabetta Valeri

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