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Melbourne: diario di viaggio

Melbourne, diario di viaggio di una lontana e affascinante città piena di sorprese e persone vivaci.

Vi piacerebbe progettare una carrellata delle cose da vedere in questa meta australiana? Oggi ho deciso di condividere il mio diario di viaggio sperando possa essere utile a qualche amica della rivista.

Per me vivere un mese a Melbourne è stato come ritrovarmi in un universo parallelo. Nei film capisci di essere in un’altra realtà perché tutto è molto simile a quello che conosci.

Ovunque, però, sono presenti piccoli dettagli che stonano, che non rimandano le stesse impressioni e sensazioni di sempre.

Non parlo delle differenze tra Italia e Australia che tutti conoscono. La guida a destra o la lingua diversa sono ormai un’abitudine.

Ci sono, però, piccolezze che non vengono percepite allo stesso modo da tutti. Io ho impiegato del tempo a individuare questi segnali, ma lentamente sono apparsi n tutta la loro forza, posto dopo posto, giorno dopo giorno.

Comincio, però, a raccontarvi il mio soggiorno a Melbourne dall’inizio

Direzione Australia. Il giorno della partenza

Era una frizzante mattina di aprile e la mia avventura era cominciata già a Fiumicino. Per i voli a lungo raggio le compagnie aeree consigliano di arrivare in aeroporto con almeno tre ore d’anticipo. Se sono quattro è meglio.

Fidatevi! Conviene veramente dare retta a questo suggerimento. Per una serie di eventi, infatti, sono arrivata all’aeroporto con “sole” due ore di anticipo sul volo.

Non ero troppo preoccupata (in due ore qualcosa si riuscirà a fare!). Sono andata subito al check-in.

La fila era interminabile e proprio quando mancavano tre persone al mio turno, le hostess ci hanno comunicato che stavano finendo i posti sul volo.

Ho cominciato a tremare. Quella notte, per la prima volta, ho saputo cos’era l’overbooking.

La Quantas (compagnia aerea australiana) aveva venduto più biglietti di quanti posti fossero realmente disponibili.

Quando, finalmente, a mezzanotte spaccata era arrivato il mio turno gli addetti al check-in mi hanno dato il biglietto dell’ultimo posto a bordo.

Il volo doveva partire alle 00:30, be’ ricordo che salii e si accesero i motori.

Alle 00:40 decollammo. Ero a bordo. Ce l’avevo fatta! Restavano solo un volo di 5 ore fino a Dakar, uno scalo di altre 5 ore da sola con i bagagli e ancora 15 ore fino alla meta.

Cosa vedere a Melbourne in un mese - viaggi al femminile

Cosa vedere a Melbourne

I grattacieli della città, la cultura che si respira e l’aspetto multiculturale sono solo alcuni dei tratti che vi racconterò in questo diario di viaggio.

Ci sono tante attrazioni da scegliere, anche in base ai gusti. Se avete meno di un mese a disposizione non importa.

Vi racconterò alcune delle cose da vedere e potrete selezionarle creando il vostro personale tour.

I grattacieli

Come ho detto Melbourne è una città piena di identità differenti, ma la cultura italiana è una di quelle più radicate.

Sono anche state costruite due torri dal nome Rialto. La più alta è di 2,51 metri e, con i suoi cinquantacinque piani, è stata la più slanciata del luogo fino al 1991.

Quando sono entrata nel centro è stata anche la prima volta che ho camminato tra palazzi di quelle dimensioni ed è stato stranissimo.

Ho capito esattamente qual era la sensazione che voleva descrivere Guccini con la canzone Amerigo, quando descrive New York come un bosco di grattacieli.

La percezione è proprio quella di entrare in un bosco dove il sole non è più diretto e compare a sprazzi, il vento non è uguale ovunque, si incanala, fa più freddo.

Lì, sovrastata da tanta grandezza, ti senti piccola piccola. Non so se questo sia il mio tipo di bosco preferito, ma è senz’altro un’esperienza.

Un giorno, decisa ad arrampicarmi su questi alberi moderni, salgo all’ultimo piano della torre più alta del complesso Rialto.

Hanno creato, infatti, proprio lì un punto di osservazione interamente in vetro, anche il pavimento è trasparente!

Il panorama è indescrivibile e la sensazione è quella di precipitare da un momento all’altro.

Non somiglia all’Italia dove si guarda tutt’altro. La vista è infinita e costellata di architetture e natura di dimensioni per noi semplicemente fuori scala.

Flinders Street Station

Mi spostavo con lunghe passeggiate e usavo i mezzi pubblici. L’unico tratto fatto in auto era quello da casa dei miei zii (che mi hanno ospitata) al treno la mattina presto e la sera al rientro.

La prima volta che sono arrivata a Flinders Street Station sono rimasta senza fiato.

Ricordo quando un mio amico di Bisceglie venne a Roma. Sceso alla stazione Termini disse che sembrava di stare in un aeroporto.

Be’ io ho avuto la sensazione di essere nel futuro a Flinders Street Station.

Quella stazione è per Melbourne quello che per noi romani è Termini (anche se il paragone è solo concettuale).

Lì è gestito lo spostamento di circa 110.000 persone al giorno grazie a 24 linee e 1500 treni.

Nonostante sia la stazione più antica della città (costruita nel 1854) è estremamente moderna ed efficiente.

Le caratteristiche che denotano la sua età non sono certo i ritardi o i malfunzionamenti e ci si potrebbe camminare scalzi per quanto è pulita.

Anzi ho visto diverse persone in giacca e cravatta farlo. Il mio primo pensiero non è stato “oddio che schifo a piedi nudi in stazione!” ma “perché?” Purtroppo è rimasto un interrogativo insoluto.

Stazione di Melbourne con il grande orologio sulla facciata

La struttura di Flinders Street Station è enorme e con diversi ingressi, è così grande che copre l’equivalente di due isolati.

Le sue dimensioni, il suo caldo color giallo e il grande orologio sulla facciata principale la rendono unica.

La stazione si staglia all’angolo di due delle vie più importanti: Flinders Street e Swanston Street (all’incrocio con lo Yarra River, fiume che attraversa Melbourne).

Uscendo dall’accesso principale, all’angolo della struttura la prima cosa che si vede è la cattedrale anglicana di St Paul.

Costruita tra il 1891 e il 1932 è stata nominata monumento storico dello stato di Victoria.

Queen Victoria Market

Molte delle mie passeggiate andavano a finire in mezzo al Queen Victoria Market. Costruito nel 1878 è il più grande mercato all’aria aperta a sud dell’equatore, con i suoi 7 ettari.

Detto così sembra solo una grande costruzione, invece una volta dentro non si percepiscono i suoi confini, i muri e i cancelli.

Sembra come se la realtà con un passo si fosse trasformata e non si potesse più tornare indietro.

Ti trovi a pensare che vivrai per sempre in un’onda di colori, odori e suoni che non ti sono molto familiari, ma ai quali pensi di poterti velocemente abituare.

Il Queen Victoria Market è costruito su un antico cimitero dei primi coloni.

Nonostante siano stati spostati più di 10.000 corpi, si pensa che il suo parcheggio sorga ancora su 9.000 resti.

È un’attrazione per molti turisti, un mercato dichiarato Patrimonio dell’Umanità e un punto di ritrovo per gli abitanti della zona.

Mi sono resa conto che camminare tra i suoi banchi è un vero e proprio viaggio. A ogni angolo vedi frutta e verdure fresche, carne e pesce, alimenti tipici e prodotti locali.

Queen Victoria Market a Melbourne dichiarato Patrimonio dell'Umanità

All’interno è possibile anche partecipare a corsi di artigianato e cucina.

Da ormai circa vent’anni il Queen Victoria Market apre anche la sera, offrendo la possibilità di uno shopping serale al chiaro di luna.

Al calar del sole si trasforma nel Queen Victoria Summer Night Market un evento a tema culinario che dà spazio a musicisti e artisti emergenti.

Royal Botanic Garden Melbourne e Fitzroy Gardens

Il Royal Botanic Garden dà la sensazione di una foresta. Grazie ai molti giardini della città mi piace pensare di aver esplorato la natura incontaminata, di essere entrata in boschi impervi e di esserne uscita viva, come nelle mie route scout.

Con pochi passi ci si lascia alle spalle una città dalle linee moderne. Oltre i grattacieli che limitano anche l’immaginazione si entra in una foresta quasi incantata piena di laghetti artificiali, animali e colori.

La temperatura, l’umidità, persino la luce cambiano e, in un attimo, sembra di aver attraversato un confine tra mondi.

Il Royal Botanic Gardens si estende su 38 ettari, ospita più di 12.000 specie di piante, alcune davvero strane, e 30 di animali.

Mentre percorri i sentieri del giardino botanico passi da zone con alberi che hanno radici come lenzuoli, alte mezzo metro, a angoli ricchi di palme.

E la sorpresa è il chioschetto che fa bevande calde!

Nonostante la vegetazione sia molto rigogliosa il parco è curato e offre diversi servizi.

Qui è possibile stendersi sul prato a studiare e leggere, prendersi un caffè circondati dal verde o passare del tempo facendo jogging sulla pista che circonda il verde.

L’ingresso è gratuito e, durante l’estate, è possibile assistere a rappresentazioni teatrali o vedere un film nel cinema all’aperto.

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Dopo il Royal Botanic Garden il parco che ho vissuto di più è il Fitzroy Garden. Anch’esso molto grande e raggiungibile con diversi mezzi pubblici.

La cosa che mi ha affascinato maggiormente è stato il giardino d’inverno: un angolo sotto vetro con piante bellissime vicino a un chioschetto ristoro.

In questo parco è anche possibile visitare la casa dei genitori di James Cook.

The Cooks ‘Cottage, per quello che narra la leggenda, è stato portato pezzo per pezzo e poi assemblato direttamente a Melbourne.

Royal Botanic Garden contiene l'Orto Botanico di Melbourne

L’Orto Botanico di Melbourne

Nel Royal Botanic Garden, si estende anche l’Orto Botanico di Melbourne che occupa circa 35 ettari lungo il fiume Yarra. Qui sono curate più di 10.000 specie.

Alcune delle piante che ho visto sono ormai rarissime o addirittura scomparse in natura fuori dall’orto botanico, sia in Oceania che nel resto del mondo.

Il ruolo di questo giardino è cruciale per il mantenimento della diversità biologica o biodiversità.

Con più di 50.000 piante storiche (alcune secolari) questo polmone verde è un importante tassello nella lotta a favore dell’ambiente.

Non ero la sola a camminare per i parchi di Melbourne costantemente con il naso all’insù.

Cercavo di cogliere i confini di piante mastodontiche o di soffermarmi interi minuti davanti a una pianta particolare, mai vista prima, per scrutarne linee e colori.

I giardini di Melbourne, infatti, fin dalla loro apertura, intorno al 1800, attirano più di un milione di visitatori l’anno che danno vita a una sorta di bio-migrazione per ammirare le piante nelle diverse stagioni.

A Melbourne ha sede anche l’Erbario Nazionale dello stato di Victoria, che ospita la Collezione Botanica statale nella quale sono incluse circa un milione e duecento mila esemplari di piante essiccate.

Recentemente nei Royal Botanic Gardens di Melbourne è stato istituito il Centro australiano di Ricerca per l’Ecologia Urbana.

Scopo di questo ente è esaminare le piante che crescono nell’ambiente urbano, per conoscerle e imparare come trattarle.

Federation Square

Melbourne, come ho detto, è molto verde. Io ero solita dividere le mie giornate in modo tale da avere sempre un momento nei parchi e uno in città.

Parlando del centro città non si può non parlare di Federation Square.

Si tratta di una piazza ampia, moderna e accogliente, vicino a Flinders Street Station, ma è anche un luogo di ritrovo, ricco di arte moderna, colori e punti di aggregazione.

La piazza è un insieme di punti verdi e costruzioni moderne. L’organizzazione spaziale consente di mettere in scena diverse manifestazioni, concerti ed eventi di diverso genere.

Federation Square dove ci sono manifestazioni, concerti ed eventi

Si possono incontrare persone di passaggio per un pasto frugale, studenti intenti a leggere, mentre sorseggiano quello che chiamano caffè, persone che fanno attività fisica e, ovviamente, turisti come me.

È una piazza decisamente frenetica e centro gravitazionale di molte giornate cittadine.

Cos’è l’Anzac Day? L’ho scoperto a Federation Square

Qui a Melbourne è abitudine cenare molto presto, introno alle 18.30/19:00, quindi l’aperitivo non è proprio nelle loro abitudini.

Un giorno, però, passeggiando come al solito, mi sono imbattuta n un italiano che ormai viveva in Australia da qualche anno e, tra le molte cose, mi disse anche che esisteva un locale di aperitivi.

Dovevo trovarlo, ero troppo curiosa. Così il 25 aprile passeggiai su Flinders Street per andare a vedere se il fantomatico pub degli aperitivi esisteva veramente o era stato solo il bellissimo miraggio di un amico sconosciuto.

Passavo da quelle parti quando, accanto a Federation Square, notai più gente del solito (quindi moltissima) e decisi di affacciarmi.

Non dimenticherò mai quello che vidi: la piazza era ricoperta da tantissime rose rosse di stoffa, non sapevo ancora quale fosse l’occasione, ma ricordo come un’onda di emozione che mi travolse.

Chiesi in giro come mai tutte quelle decorazioni e scoprii che il 25 aprile si celebra l’Anzac Day (Australia and New Zealand Army Corps), cioè un giorno dedicato alla memoria di tutti i caduti in guerra.

L’Anzac Day è una delle giornate più importanti nella cultura e nell’identità australiana e mi sono quindi ritrovata a pensare che aveva senso che anche loro, in una data di aprile, celebrassero i caduti.

Così, da che cercavo di trovare l’unico aperitivo di tutta la città per ritrovare un angolo di Italia, mi sono sentita improvvisamente e inaspettatamente collegata a casa.

Lì, nel cuore di Melbourne, mi sono fermata a pensare intimamente alla Liberazione mentre attorno a me si celebravano i caduti in guerra.

Tempio della Rimembranza

Sempre dedicato ai caduti in guerra, a Melbourne, si trova il Tempio della Rimembranza: una struttura che vuole ricordare tutti gli Australiani che hanno prestato servizio nelle guerre.

Io non l’ho visto, ma so che l’11 novembre, durante la ricorrenza dell’armistizio della prima guerra mondiale, un po’ come accadeva il 21 aprile a Roma nel Pantheon, un raggio di sole entra da un’apertura del soffitto e illumina la scritta della parola “amore” incisa sul pavimento.

City Circle Tram

In Australia il costo dei mezzi è abbastanza alto, sicuramente proporzionato alla vita e alla qualità del servizio, ma comunque poco economico.

Ogni volta che ho potuto, perciò, ho scelto di prendere il City Circle Tram che gratuitamente consente ai passeggeri di effettuare un giro di 50 minuti attorno al centro città passando per alcuni punti di interesse.

L’ho preferito più di una volta sia per risparmiare sia per il suo carattere vintage e retrò.

Acquario e zoo di Melbourne

Quando ero più piccola amavo visitare zoo e acquari, nel tempo questi luoghi hanno perso gran parte del fascino che esercitavano su di me.

Ma quando visito una città abbastanza a lungo, dopo aver visto tutto quello che ho programmato di ammirare, se avanza tempo faccio un salto allo zoo del luogo.

Indipendentemente dall’approvare o no posti come questi, penso che il livello di civiltà di un luogo si possa valutare anche da come vengono gestiti e da come sono trattati gli animali.

Acquario

L’aquario di Melbourne è immenso, ma qui è tutto fuori scala.

Ricordo che in più di una stanza l’acquario era interamente in vetro, pareti, pavimento e soffitto, praticamente camminavi in gallerie trasparenti e i pesci ti nuotavano attorno.

Io vado sott’acqua con le bombole dall’età di 5 anni e già la semplice camminata in quei corridoi è stata un’esperienza emozionante.

Offrivano anche la possibilità di dare da mangiare agli animali e di indossare la muta, entrare nella vasca insieme a un sub esperto e nuotare con pesci e squali.

zoo di Melbourne il più antico dell'Australia: koala, canguri, wombat. Diario di viaggio Protagonista Donna

Zoo di Melbourne

Lo Zoo di Melbourne è il più antico zoo dell’Australia e ospita più di 320 specie. Ricordo di non aver mai visto così da vicino animali come cassowary, koala, wombat e canguri.

È un viaggio nel mondo, è possibile vedere animali da ogni dove, ma quelli australiani sono stati sicuramente l’emozione più grande.

È pieno di attività interattive pensate e realizzate appositamente per giovani e bambini. Inoltre lo zoo è attivamente impegnato nella conservazione e tutela delle specie minacciate provenienti da tutto il mondo.

È possibile ammirare farfalle con forme e colori che non immaginavo potessero essere reali.

Entri nella casa delle farfalle e immediatamente sei in un mondo incantato, dove vedi ali svolazzare ovunque e posarsi su di te.

Una farfalla, in particolare, mi ha stregata: a un primo sguardo ricordo delle ali totalmente trasparenti con un contorno nero.

Ma appena sono finite sotto un raggio di luce, con un lieve movimento, hanno iniziato a risplendere di mille colori.

Ovunque e in qualsiasi momento potevano attraversarti la strada pavoni e scoiattolini o volarti incontro pappagalli di diversi colori e dimensioni.

Ruota panoramica Melbourne

La Melbourne Star è una delle 5 giganti ruote panoramiche del mondo, dopo la High Roller di Las Vegas (167,6 mt.), la Singapore Flyer (165 mt.), la Star of Nanchang di Nanchang (160 mt.) e il London Eye (135 mt.).

Stavo andando in auto con mio zio (ed è in quell’occasione che ho conosciuto i problemi della vita quotidiana a Melbourne, come l’attesa in posta “ci fosse una volta che entri e in 10 minuti finisci!”).

Una volta arrivati, però, ho pensato che se a Londra c’era troppa fila e non ero riuscita a salire sulla ruota lo avrei fatto in Australia.

Sarebbe stata la volta buona. D’altronde mio zio aveva prenotato i biglietto tramite il super efficiente portale online.

La Melbourne Star ha circa una ventina di cabine comode e con grandi vetrate che aprono lo sguardo al panorama della città.

Raggiunge un’altezza di 120 metri ed è possibile vedere fino a 40 chilometri di distanza.

Durante tutto il tour è possibile ascoltare un audio informativo sulla storia della struttura e della città, ma io avevo zio dalla mia, che in quei 30 minuti mi ha raccontato tutti i cambiamenti subiti dalla città negli ultimi anni.

La visuale era mozzafiato, l’unico “dispiacere” è stato non poterci salire di notte e vedere tutta la città illuminata.

Melbourne Cricket Ground

A Melbourne ho due cugini che ho praticamente conosciuto per la prima volta. Sono molto immersi nel mondo dello sport, sia come tifosi sia come giocatori.

Ovviamente questo poteva portarci solo in una direzione: quella del Melbourne Cricket Ground, un enorme stadio nel quale si giocano principalmente partite di cricket, football australiano, rugby e calcio.

Io non sono un’esperta tifosa di sport e sono rimasta davvero colpita da quanto seguano il nostro campionato di calcio, soprattutto le ragazze.

In Australia il calcio femminile è molto in voga.

Ho conosciuto ragazze, amiche di mia cugina che gioca a calcio, tifose della Juve che mi hanno chiesto pareri e considerazioni e mi è davvero dispiaciuto non poterle assecondare più di tanto.

Ricordo di essere andata a vedere una partita di football australiano con mio cugino e un suo amico: Geelong vs Collingwood.

Non ero molto fomentata all’idea e avevo sinceramente paura di annoiarmi per ore, ma mio cugino è un grande tifoso del Geelong e mi ha invitata, pagando anche il biglietto, quindi mi sono detta “vabbe gambe in spalla hai passato sicuramente serate peggiori” e sono andata con loro.

Ci siamo seduti in una delle due curve, credo in quella del Geelong, visti i cori, ma non ne sono sicura al cento per cento, dal momento che era piena di tifosi di entrambe le squadre compreso l’amico di mio cugino che è un tifoso del Collingwood.

Non sono andata molte volte allo stadio qui a Roma, ma ho subito percepito un’atmosfera di frizzante tranquillità.

Era pieno di genitori e figli, amici con maglie di entrambe le squadre e, nonostante si potessero comprare litri e litri di birra all’interno dello stadio, non ho assistito ad alcuna lite, solo una discussione tra due signori davanti a un fallo non troppo sicuro.

La partita si è aperta con fuochi d’artificio sul terreno che tracciavano la strada di ingresso delle due squadre, i fuochi e gli archi da attraversare erano dei colori della squadra e c’erano le mascotte!

Mi è sembrato di essere in un film, uno di quelli che trasmettono sotto Natale, dove una serata tremenda per magia si trasforma in un esperienza emozionante, poi un canto mi ha svegliata, mi sono girata per vedere cosa fosse ed era la curva di ultras che cantava l’inno del Geelong.

A dettare il ritmo del canto, con una bandiera in mano, era una donna giovane in top e pantaloni con il busto e il volto completamente dipinti con i colori della squadra e un bambino di pochi mesi legato in pancia.

Ho impiegato qualche secondo per mettere a fuoco l’immagine perché, nella mia memoria, continuavano a presentarsi insistentemente le riprese dei telegiornali di una vita di risse tra gente che scavalca barricate e tira oggetti.

Qui non hanno barricate, non ci sono divisori tra le sezioni e il pubblico non è distanziato dal campo. Ho cantato, saltato, mangiato cibo da stadio e bevuto birra e mi sono divertita tantissimo senza mai aver avuto paura di una rissa.

impressioni di una turista a Melbourne dal city circle tram gratuito

Impressioni di una turista a Melbourne

Eh sì siamo alla fine del nostro viaggio insieme nei miei ricordi, ma voglio raccontarvi le mie impressioni.

La capitale australiana è una città molto grande, ben organizzata e con una forte impronta italiana. Parlando con la gente ho percepito come un’anima divisa, quasi una doppia identità.

Tutte le persone nate in Australia alle quali ho chiesto di spiegarmi le loro origini si sono definite con almeno due identità culturali: quella australiana e quella del Paese di origine dei propri familiari.

Stavo fuori tutto il giorno da sola, in giro per la città, e iniziavo le frasi dicendo di essere italiana e chiedendo di parlare lentamente.

Mi ha colpito un episodio che mi è successo. Mi ha fatto capire proprio quanto è forte questa dualità nella capitale australiana.

Un giorno, infatti, ho incontrato una ragazza e le ho chiesto, come di consueto, informazioni. Le ho spiegato che ero una turista e lei, con un un enorme sorriso, mi ha detto di essere italiana.

Ho cominciato, quindi, a parlare la mia lingua, ma ho letto nei suoi occhi uno sguardo confuso. Allora mi sono scusata dicendo che avevo capito male.

La ragazza, però, mi ha confermato che avevo compreso appieno. Mi ha spiegato: “Mia nonna era di origini italiane ed è venuta qui subito dopo la seconda guerra mondiale”.

E così è successo a tante persone. Chissà cosa si prova ad avere le proprie origini in luoghi tanto lontani del mondo?

Il clima a Melbourne

Quando sono partita avevo appena terminato la triennale in Filosofia.

Era marzo ed ero diventata ufficialmente una di quelle persone che hanno il titolo di dottore, ma che non dovrebbero usarlo. Avevo un po’ di tempo e zero energie, quindi sono partita.

Mi sono messa in viaggio sapendo che avrei trovato un inverno con delle temperature simili alle nostre e quindi tranquilla che i miei vestiti sarebbero andati bene. Effettivamente è andata così: i miei abiti mi hanno permesso di affrontare un mese, ma non proprio nei migliori dei modi.

Avete presente quando a scuola, alle elementari o alle medie e addirittura al liceo, abbiamo studiato il clima continentale? Ecco dopo anni ho capito cosa voleva dire. È vero, se cercate online vedrete che il clima dell’Australia Meridionale è definito Mediterraneo, ma non è vero.

A Melbourne c’è vento, il vero signore del meteo, che incontrastato sposta nuvole e pioggia a delle velocità che difficilmente si tengono senza allenamento. Ho passato intere giornate (nel loro inverno) a camminare, a dovermi spogliare dal caldo e un attimo dopo ricoprirmi dal freddo.

A mettere il poncho 5 o 6 volte al giorno per la pioggia e a toglierlo dopo 10 minuti perché era spuntato il sole.

Insomma suggerimenti spassionati per godervi questa città sono: i vestiti a strati, le scarpe da ginnastica, un poncho leggero e pratico e amore per la fatalità.

Meglio bagnarsi girando l’angolo di un grattacielo mentre entri in un tunnel di vento contromano e all’ombra in fondo no? Perché vale la pena prendere un po’ di pioggia pur di scoprire la Melbourne che vi ho raccontato.

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Linda Compagnoni

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