Curiosità

Le donne del Black Mamba: chi sono?

Forse non ne avete mai sentito parlare, ma le ranger della Black Mamba Antipoaching Unit sono delle eroine che combattono il bracconaggio in Africa.

Questo ruolo pericoloso nel Paese viene identificato con una presenza femminile costante che dà la caccia ai bracconieri per preservare la natura.

In Sudafrica, infatti, esiste un’unità prevalentemente femminile.

Oltre a contrastare la cattura di rinoceronti ed elefanti, la squadra del Black Mamba si batte anche per evitare il commercio illegale di zanne e di specie selvatiche.

Le ranger sono riconosciute come una risorsa per il Paese, tanto che hanno conquistato anche il premio del Champions of the Earth dell’UNEP – United Nations Environment Programme.

Si tratta di una onorificenza assegnata a chi difende l’ambiente e crea un futuro migliore per l’ecosistema.

Il direttore esecutivo dell’UNEP Achim Steiner ha affermato: “Con ogni rinoceronte salvato, i Black Mamba dimostrano che l’azione a livello locale è fondamentale per raggiungere la sostenibilità e l’equità globali.”

la storia delle donne Black Mamba

La storia delle Black Mamba

Nel 2012 c’è stata una mattanza dei rinoceronti e la popolazione ha compreso che le tradizionali tecniche antibracconaggio non erano più efficaci.

Hanno capito che serviva un’opera di controllo su tutto il territorio, serviva un aiuto da parte di tutti.

Ed ecco che nel 2013 ha preso vita la squadra, all’interno della Balule Private Game Reserve.

A creare l’unità è stato Craig Spencer di Transfrontier Africa NPC (società senza scopo di lucro che gestisce aree protette).

Nel Black Mamba ci sono 33 donne e due uomini che si occupano da sempre di arrestare i bracconieri e di togliere le trappole destinate agli animali.

L’area di azione di queste ranger è il Parco Nazionale Greater Kruger: 62mila ettari di territorio.

In Sudafrica, infatti, vive circa l’80% dei rinoceronti rimasti sul pianeta quindi è fondamentale tutelare la specie.

In realtà gli animali minacciati dagli uomini sono tanti: leopardi, ippopotami, ghepardi, leoni e rinoceronti.

Finora, per fortuna, la squadra antibracconaggio ha riscosso notevoli successi riuscendo a bloccare l’uccisione di migliaia di animali.

Qual è il lavoro delle ranger del Black Mamba?

Questa unità speciale si occupa di controllare i recinti e camminare giorno e notte per cercare trappole o persone intenzionate a far del male agli animali.

Le ragazze creano dei blocchi stradali per verificare gli accessi nelle aree con molti rinoceronti, soprattutto pattugliano i punti di confine della zona protetta.

“Non ho paura, so cosa sto facendo e so perché lo sto facendo. Se vedete i bracconieri ditegli di non provarci, ditegli che siamo qui e che sono loro a essere in pericolo.”

Leitah Mkhabela, una delle del Black Mamba.

Le ranger mappano i tragitti già percorsi, ma di più sollevano un velo sul legame fra il bracconaggio e la criminalità.

Un lavoro duro quello delle donne soldato che mette in luce come alcune specie di animali siano a rischio di estinzione.

Parliamo di persone, che giorno dopo giorno, stanno riuscendo a sollevare una questione morale da sottoporre all’attenzione pubblica.

Come aiutare le ranger a salvare gli animali?

C’è un programma di educazione ambientale destinato ai ragazzi fra i dodici e i quindici anni d’età, si chiama Bushbaby.

Questo iter didattico sta cercando di sensibilizzare le nuove generazioni sul pericolo del bracconaggio.

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Il tema centrale del piano educativo è il legame fra l’uccisione degli animali e un crescendo di corruzione all’interno delle comunità che vivono a ridosso del parco.

Le Black Mambas stanno rivoluzionando l’immagine femminile ricoprendo un ruolo solitamente attribuito agli uomini, e con la loro determinazione stanno salvando migliaia di animali in pericolo a causa della cattiveria umana.

Curiosità: da cosa prende spunto il nome Black Mambas?

Si tratta del rettile considerato il più pericoloso del mondo.

Il Black Mamba è un serpente velenoso africano che, con una neurotossina mortale, incide le sue vittime fino a togliergli la vita.

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Elisabetta Valeri

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