Storie di donne

L’altra faccia dell’amore

L’altra faccia dell’amore è solo una sfumatura di colori mescolati diversamente, ma le mani che tratteggiano i contorni sono le stesse. Perché l’amore è universale e può assumere varie forme, ma esprime, sempre, un sentimento che merita rispetto.
Ci sono storie di donne che, invece, il rispetto non lo hanno perché subiscono ferite per la loro natura.

Protagonista Donna racconta anche l’altra faccia dell’amore perché non ci sono scelte giuste o sbagliate, solo donne coraggiose che lottano per la propria felicità.

Marinella Zetti ha iniziato a  combattere per i diritti civili quando aveva solo sedici anni. Da allora non ha mai smesso e sembra evidente che non smetterà quando sostiene : “Penso che interromperò solo quando passerò a miglior vita”. Si dedica anche al volontariato, in particolare è molto attiva con ASA – Associazione solidarietà Aids di Milano, la prima in Italia a dedicarsi ai temi dell’Hiv e dell’Aids.

altra faccia dell'amore

Marinella Zetti è nata a Milano, ma ha viaggiato molto e vissuto in diversi luoghi e, per questo, si considera cittadina del mondo. Da due anni si è stabilita a Lomellina, in mezzo alle risaie, con il suo gatto Tato.

Professionalmente è una giornalista, iscritta all’ordine dal 1983. Per quindici anni ha collaborato con “Il sole 24 ore” e con molti altri periodici. È stata tra le prime donne in Italia a scrivere di ICT – Information and Communications Technology – e la prima a essere nominata Direttore Editoriale con la responsabilità di ben dodici riviste. Ha vinto per questi incarichi un premio alla carriera.

Attualmente, oltre al blog sull’editoria digitale di “Il fatto quotidiano” collabora con “Agoravox”, “Leggereonline”, “Pianeta Queer” ed “EssePiù”. È anche un editor professionale.

Marinella Zetti

Qual è stato, Marinella, il tuo percorso verso l’omosessualità?

Forse hai ragione a definirlo percorso. Ho camminato verso l’omosessualità. La prima volta ho fatto l’amore con una donna e solo dopo con un uomo. Quindi, se vogliamo etichettarmi, ero bisessuale. Per me è stato tutto naturale e spontaneo e così ho vissuto per molti anni: per me era importante la persona e non il genere. Ho avuto relazioni con donne e uomini e poi, pian piano, mi sono resa conto che il mio interesse era rivolto solo alle donne.

Da allora ho iniziato a definirmi lesbica. Una parola che non viene usata perché disturba, infatti spesso vengono usati termini come gay o omosessuale. Ho avuto una storia di diciassette anni con una donna con la quale ho condiviso tutto.

Oggi la storia è finita e io vivo, serenamente, con il mio gatto Tato, il mio lavoro, il volontariato, i miei amici e i miei libri. Ma, mai dire mai, l’amore è sempre dietro l’angolo pronto a colpirti quando meno te lo aspetti.

donne lesbiche

Qual è stata la difficoltà più grande da affrontare?

Non dar peso alle paure e ai pregiudizi. Vivere la mia vita senza nascondermi e affrontare sempre le persone a viso aperto, anche quelle che non accettavano e condannavano l’omosessualità.  Nel corso degli anni ho raccontato la mia storia in diverse occasioni, ponendo sempre l’accento su omofobia e transfobia.

Le persone che avevi intorno come hanno reagito di fronte alla tua scelta? Hanno accettato l’altra faccia dell’amore?

In realtà l’omossesualità o la bisessualità non sono una scelta, sono un modo di essere. L’unica scelta che puoi fare è accettarti oppure negare la tua realtà per paura del giudizio di chi ti sta accanto, per vergogna perché ti hanno convinto che “sei sbagliato”. A me tutto questo non è accaduto.

Io ho sempre vissuto la mia bisessualità e poi l’omosessualità a viso aperto, senza nascondermi. Del resto come avrei potuto farlo? Ero nei tavoli di informazione con il FUORI – Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, la prima associazione omosessuale italiana, nata a Torino nel 1971.

Le mie battaglie, quindi, erano pubbliche, non private. Per fortuna ho avuto genitori intelligenti che non hanno cercato di “guarirmi” o avversare le mie lotte. Per quanto riguarda gli amici, ero molto disponibile a spiegare, a dialogare, ma se percepivo il pregiudizio allora diventavo incalzante e cercavo di scardinarlo.

donne protagoniste

Certo non era facile! In Italia l’omosessualità veniva tollerata se era tenuta tra le mura domestiche, ma non era consentito parlarne. Come “diverso” dovevi stare al tuo posto.
Sono stati anni difficili…oggi stiamo andando indietro. Omofobia e transfobia hanno rialzato la testa e i giornali lo testimoniano con i dolorosi fatti di cronaca.

Qualcosa ti ha ferito, offeso o ti è rimasto dentro come una cicatrice durante il tuo percorso verso l’altra faccia dell’amore?

Gli sguardi di disprezzo. Quelli mi sono rimasti dentro. Mi ricordo una volta a Torino, ero andata al ristorante con la mia compagna e, in attesa dei nostri piatti, la tenevo per mano. Un gesto tenero eppure la coppia al tavolo vicino al nostro era disturbata da questa dimostrazione d’amore. L’uomo ci guardava con disprezzo e la donna ostentava insofferenza.

Io ho iniziato a fissare l’uomo negli occhi, senza vergogna. Alla fine lui ha abbassato lo sguardo. Volevo solo fargli capire che non mi sentivo “sbagliata”. In quel momento ho immaginato quanto male avrebbero fatto a persone meno abituate di me al confronto. Sicuramente sarebbe rimasta una cicatrice profonda.

protagoniste donne

Perché sei una donna protagonista?

Perché ho scelto sempre di essere protagonista della mia vita. Anche quando ho avuto periodi difficili non mi sono mai arresa, ho sempre cercato di trovare una nuova opportunità. Ho fatto in modo di dare corpo al detto “Quando si chiude una porta, si apre un portone”. Non ho mai lasciato che le avversità e le ferite mi trasformassero in qualcosa di diverso da quello che sono: non violenta, generosa e solare.

Se attraverso Protagonista Donna potessi lanciare un messaggio alle donne cosa vorresti dire?

Siate voi stesse, sempre! Non arrendetevi ma, se siete in difficoltà, non abbiate paura a chiedere aiuto. Non significa essere deboli, ma il contrario, perché ci vuole coraggio per ammettere il proprio disagio e la difficoltà.

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L’altra faccia dell’amore è una delle sfumature possibili, raccontata da Protagonista Donna.

 

©Riproduzione riservata Protagonista Donna

3 thoughts on “L’altra faccia dell’amore

  1. Interessante intervista. Ammiro soprattutto la schiettezza della dottoressa Zetti, che parla senza peli sulla lingua. Penso che la sua lettura farà bene a molte persone

    1. Grazie Marisa per essere passata e aver lasciato la tua opinione su un tema così importante. Spero che l’intervista apra gli occhi a molti e faccia comprendere che tutti hanno diritto alla felicità.

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