Storie di donne, Vita da mamma

Medico internista specialista: Stefania Traldi mamma in corsia

Stefania Traldi è un medico chirurgo specialista in medicina interna e area di emergenza.

Lavora presso un DEA (Dipartimento di Emergenza Accettazione) di II livello con area internistica, area traumatologica e due reparti di medicina d’urgenza compresi nella UOC (Unità Operativa Complessa).

Non solo Stefania ha un lavoro di grande responsabilità, ma è anche una moglie e madre di 4 figli.

L’ho incontrata per chiederle di raccontarvi del suo impegno quotidiano e di come riesca a conciliare la professione e la famiglia.

Quando hai deciso di diventare medico internista specialista?

Fin da piccola mi sono sempre dedicata, con attenzione e divertimento, a “curare” e “operare” le bambole.

Raccoglievo ogni genere di creatura vivente (lumache, coniglietti, uccellini con ali spezzate, pulcini, gatti, cani, formiche e così via) per osservare e costruire per loro un ambiente che io giudicavo idoneo per poi liberarle con grande soddisfazione.

Iniziai a prendere coscienza che il mio futuro sarebbe stato nella professione medica tardi: ero al quarto anno di liceo classico.

Di lì a poco seguii un corso di assistenza base e, quasi per caso, cominciai a svolgere volontariato sulle ambulanze della mia città per accompagnare i pazienti dializzati nel loro ospedale.

Provai una profonda e inaspettata emozione nel ritrovarmi addosso un camice bianco.

Fu proprio in quella occasione che ebbi la prima vera intuizione e iniziai così il percorso che mi ha poi portata a diventare un medico chirurgo specialista in medicina interna e area emergenza.

medico internista specialista e mamma di quattro figli. Intervista di Protagonista Donna

È stata una decisione semplice diventare medico specialista?

No, per niente. Inizialmente vedevo la scelta di studiare medicina come una montagna troppo alta e ardua da scalare, soprattutto vista la precaria situazione familiare ed economica.

Mia madre, con il suo umile lavoro da sarta, era sola nel provvedere a me e a mio padre, che giaceva da anni paralizzato da un ictus cerebrale, e sempre da sola si occupava delle sue cure.

Un aiuto decisivo venne da un’istituzione universitaria modenese. Mi informò che, se avessi conquistato e mantenuto una media di voti superiore a 27/30, avrei avuto il diritto all’esenzione dalle tasse universitarie.

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La mia motivazione trovò piena legittimazione: mi iscrissi alla facoltà di medicina dopo aver superato l’esame di ingresso e fui inarrestabile.

Studiavo continuamente e instancabilmente, con aspettative e passione, tanto che mi laureai dopo soli 5 anni e mezzo.

Una volta medico entrai subito nella scuola di specializzazione dove studiai per diventare medico chirurgo specialista in medicina interna e area emergenza.

Hai mai pensato che con un lavoro tanto impegnativo non sarebbe stato facile diventare mamma?

In realtà durante la mia vita da studentessa ero talmente concentrata sulle materie e così immersa nel mondo scientifico che non concepivo nemmeno l’idea di potermi sposare o di avere una famiglia e una vita al di fuori dell’ospedale.

L’immagine che restituivo a me stessa era quella di una specie di “topo da biblioteca” o “dottoressa che vive in ospedale full time”. In effetti questo mi impedì costantemente di avere una vita privata o anche solo di distrarmi dallo studio.

Spesso guardavo con un certo risentimento i miei colleghi di facoltà che, non avendo situazioni familiari o economiche difficili, vivevano con spensieratezza gli anni universitari, senza di certo avvertire il senso di solitudine e l’urgenza di finire gli studi che sentivo pesare su di me.

Laureata rapidamente, il mio mondo cambiò. Un uomo meraviglioso piombò nella mia vita, si prese cura di me e della mia anima sfinita e dolente. Questo ragazzo dagli occhi scintillanti, felice ed energico, ebbe la lucidità di scegliere per me il ginecologo giusto quando, subito dopo la laurea, fui colpita da cancro della cervice uterina.

L’intervento chirurgico risolse il problema, anche se fu demolitivo e pose il rischio di non poter sostenere una eventuale gravidanza.

Eppure ancora una volta la vita esplose e ne scaturirono 4 gravidanze e 4 pargoletti!

Cosa vuol dire essere un medico internista specialista e una mamma?

Conciliare il lavoro e una famiglia numerosa comporta sacrifici e rinunce, ripagate da una soddisfazione tutta al femminile! Nel mio caso poi, oltre agli impegni lavorativi, ci sono anche 4 tornadi.

Inizialmente tutto era molto frenetico, ma anche pieno di passioni e felicità. Oggi è sempre complesso, ma si può dire che abbiamo trovato un nostro ritmo.

Indubbiamente il lavoro nel DEA non lascia spazio a defezioni o preoccupazioni personali e l’ambiente lavorativo è sospettoso, rigido e talora ostile.

A noi donne medici del DEA è richiesto di dimostrare efficienza e competenza a livelli maggiori rispetto ai colleghi uomini, ai quali, con mio stupore, spesso vengono perdonati “errorucci” e distrazioni che a noi donne non sarebbero mai concessi.

Per questo ritengo che le donne medico dovrebbero ricevere più stimoli nel migliorare la loro posizione lavorativa, quando lo meritano.

È vero, io in qualità di dottoressa e medico chirurgo specialista in medicina interna e area emergenza ho mantenuto il mio posto di lavoro nonostante le maternità, ma è anche vero che l’avanzamento di carriera o l’acquisizione di ruoli di comando non si è verificato, a differenza dei miei colleghi uomini.

Se potessi apportare una sola modifica, cosa cambieresti?

Se potessi prendere un’iniziativa, doterei tutti gli ospedali, in particolare i DEA, di asili nido e scuole materne interni per i figli di dottoresse e infermiere che, impegnate in lunghi turni lavorativi (anche di 12 ore), avrebbero la possibilità di fare delle pause e abbracciare i propri piccoli!

Per non parlare della comodità e del grande aiuto che questo fornirebbe nell’organizzazione delle giornate.

per le donne è più difficile diventare dottoresse e ottenere la parità con gli uomini

Oggi consiglieresti la carriera di medico internista specialista a una ragazza?

Senza dubbio consiglio il mio lavoro a una giovane che nutra una vera passione per la medicina. Occorre però comprendere che non si tratta di un lavoro come gli altri.

Assomiglia più a una missione, senza alcun significato religioso nel termine, ma solo in senso morale.

Bisogna pertanto essere animati da vera passione, spirito di sacrificio e avere la fortuna di amare un compagno attento, sensibile e consapevole della eccezionalità del lavoro che la propria donna svolge.

Il partner deve essere in grado di accoglierti quando torni da un turno faticoso e pregno di quel dolore di cui ti fai carico e che non ti abbandona facilmente.

I volti dei nostri pazienti deceduti e il ricordo delle loro sofferenze non ci abbandona mai. Questi fantasmi sono anche l’origine della nostra esperienza che, unitamente alla conoscenza, si fa buona medicina con il passare degli anni. Tutto ciò fa di noi buoni medici.

Se una bambina o ragazza volesse diventare medico internista specialista che consigli le daresti?

A una ragazza futuro medico, magari futura specialista, cercherei di trasmettere questa visione: la tua professione sarà frutto di scienza e arte.

Dovrai essere capace di esercitare il tuo sapere, vasto e completo.

Allo stesso tempo, però, dovrai sviluppare intuizione e sensibilità, due doti tipicamente femminili ancor oggi molto importanti per completare la personalità di quel medico che, nell’immaginario collettivo, chiunque vorrebbe incontrare.

Quali esigenze ha una mamma medico specialista in tempo di Covid?

Nell’era Covid il governo italiano ha concesso dei periodi di 15 giorni di congedo parentale per medici donne con figli di età inferiore ai 14 anni, retribuiti al 50%.

Purtroppo, però, se paragonato ai rischi corsi e a quanto applicato negli altri Paesi europei, tale aiuto è trascurabile.

Il nostro stipendio, anche dopo molti anni di servizio, incarichi e responsabilità crescenti, non è adeguato alla nostra mansione o alla retribuzione di altri Paesi europei ed extraeuropei.

Ma la nostra motivazione e passione non vengono per questo sminuite. Viva le donne medico!!!

Grazie mille per la testimonianza e anche per il lavoro prezioso che fai ogni giorno con dedizione e impegno.

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Linda Compagnoni

1 thought on “Medico internista specialista: Stefania Traldi mamma in corsia

  1. Stefania congratulazioni per l tuo lavoro e per averci raccontato la tua storia, ogniuna di noi e importante in questo pianeta ed ogniuna di noi ha una missione, come dici tu e importante sapere che non e sempre facile ma che e possibile. Amo legger le storie di vita di altre donne perche ogniuna di voi mi inspira a perseguire senza paura i miei sogni o a farmi forza quando sono stanca.
    Volevo anche raccontarti che molti anni fa faceo feste per i bambini ed ho sempre sempr edetto che il futuro per le donne in carriera era di avere asili, negli uffici, ospedali etc per dare la possibilità di un ritorno al lavoro piu sereno per mamme e bambini.
    Per ani ho cercato di convincere la mia capa a provare questa strada. Niente di fatto allora.
    Sono poi andata a vivere in USA per qualche anno e appena arrivata….ecco che vedo le mie colleghe a lavoro portare i fgli al primo piano e poi salire in sala.
    La mia visione di anni prima era sata soddisfatta … e un po di rabbia/gelosia ma speranza che anche nel nostro paese si iniziera ad aiutare mamme e figli in una delle transizioni piu difficili.
    un saluto da lontano

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