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Madri coraggiose

Madri coraggiose che hanno attraversato il dolore più grande, quello della perdita di un figlio. Sono madri che ancora sognano e che scelgono di ripartire da un libro che raccoglie le loro testimonianze per aiutare e dare coraggio alle mamme che ancora sono nel tunnel della disperazione.

Il coraggio è il miglior alleato della vita. Scava dentro di te, se non lo trovi. Spesso è nascosto, ma affiora e viene in aiuto.

Sono un gruppo di donne che hanno scritto lettere ai figli e alle figlie che non ci sono più. La raccolta s’intitola Lettere senza confini, inchiostro di parole che toccano il cuore.

Gaia Simonetti, una delle autrici, racconta “Oggi il coraggio è un ingrediente che serve ancora di più. Noi lo abbiamo unito alla speranza. Eravamo nel tunnel nero e lungo e, con fatica, siamo riuscite a condividere il nostro dolore fino a raggiungere la luce lontana.

mamme

Abbiamo imparato ad ascoltare il cuore, la sua voce, il suo pianto. I nostri figli sono scomparsi in diversi modi: incidenti stradali, violenza stradale (incidente causato da persona sotto effetto di droga e alcol), femminicidio, sotto le macerie del terremoto di Amatrice.”

Protagonista Donna le ha intervistate per farvi conoscere il loro percorso e il libro Lettere senza confini.

Siete delle madri coraggiose. Quali sono le vostre storie?

Siamo partite dal dolore e da Firenze, poi abbiamo raggiunto Mantova e Amatrice. Da una mia esperienza di dolore per la perdita di un bambino prima della nascita. Un piccolo che non potrò mai abbracciare o con cui non potrò giocare. Il mio dolore si è unito a quello di altre 5 mamme. Ci siamo trovate e, forse, dovevamo trovarci.

Ho incontrato per prima mamma Paola, davanti a un caffè, nero come la nostra disperazione. Lei ha perso la figlia Michela sotto i colpi senza senso della violenza. Abbiamo conosciuto Giovanna, di Cerreto Guidi (in provincia di Firenze) che ha perso il figlio Mauro in un incidente stradale e ha donato i suoi organi, poi mamma Stefania di Firenze che ha visto la vita del figlio Lorenzo stroncarsi in un incidente, provocato da persona sotto l’effetto di alcol e droga.

femminicidio

A noi si è aggiunta Laura, di Mantova, ha perso Elena la figlia adottiva, una delle prime bambine russe adottate in Italia, in un incidente stradale. Stefania di Amatrice, che oggi vive a Rieti, è stata l’ultima in ordine di tempo. Lei che in 142 secondi ha visto la vita cambiata dal dolore della scomparsa del figlio Filippo con il terremoto di Amatrice. Non ci conoscevamo, ma abbiamo fatto un cammino condiviso verso la speranza.

Come è nata l’idea di scrivere il vostro libro?

La condivisione del dolore e la voglia di poter trovare quella luce, anche se fioca, in fondo al tunnel ci ha ispirate. Quando ho incontrato mamma Paola, che ha perso la figlia Michela per mano del femminicidio, mi colpì il suo coraggio. Parlava ai ragazzi e alle ragazze nelle scuole dell’amore sano e di come riconoscere i segnali di quello malato.

Mi disse: “Il coraggio è il miglior alleato della vita. Scava dentro di te, se non lo trovi. Spesso è nascosto, ma affiora e viene in aiuto.”
Tutte noi siamo consapevoli che scrivere ai nostri figli è di supporto. Nelle lettere che abbiamo indirizzato ai nostri angeli usiamo ancora tempi verbali al futuro.

come sopravvivere alla morte di un figlio

Eravamo sul crinale della vita. O di qua o di là. Abbiamo ripreso in mano l’esistenza per essere un supporto, in termini di coraggio e speranza, per altre mamme che si trovano davanti a prove dell’esistenza troppo dure.

Scrivere Lettere senza confini come ha confortato voi e le altre madri coraggiose che lo hanno letto?

Le nostre lettere sono carezze ai nostri figli. Le nostre parole nascono per tendere la mano ad altre mamme. Il nostro libro, che chiamiamo scrigno e custode del nostro cuore, è arrivato oltre l’Italia, fino in Francia, in Svezia e anche in Australia.

Alcune mamme ci hanno scritto, anche grazie alla pagina Facebook dell’Associazione Il Sorriso di Filippo, intitolata a Filippo Sanna scomparso nel terremoto di Amatrice. I messaggi che riceviamo dicono “ci date la forza”, “grazie del coraggio”, “siete delle colonne di granito.”

donne protagoniste

Queste sono state alcune delle frasi che ci hanno rivolto le mamme, accompagnate da profonda gratitudine. Sono arrivati anche messaggi da padri che hanno perso i propri figli.

Come siete riuscite ad armonizzare le vostre esperienze, così diverse e lontane geograficamente, in un unico libro?

È stato quel sottile filo del coraggio che ci ha legato e che ha fuso le nostre testimonianze. Siamo una nuova famiglia. Ci siamo sentite subito vicine. Il dolore è immane e esserci unite ci ha permesso di condividere il peso che dividiamo, o meglio sono più spalle che si sorreggono.

Ognuna ha scritto la propria lettera in casa propria, lontana dalle altre. E molte missive, nonostante siano state lette da tutte noi dopo la loro stesura, presentano parole comuni come il dono di un figlio, la vita che cerchiamo di riprenderci, la promessa di ricordare i nostri angeli e di custodirli nel nostro cuore.

madri che hanno perso i loro bambini

In quale occasione, durante la giornata, vi sentite donne protagoniste?

Donne protagoniste della vita che continua, prima con passi incerti e poi più spediti. Spesso le lacrime prendono il ruolo di protagonista. Cerchiamo di scacciarle. I nostri figli non avrebbero voluto vederci piangere.

Parliamo di loro ad altri giovani e ad altre mamme, raccontiamo storie di vita reali e di giorni scuri, complessi, difficili e altri chiari, con la speranza che si mette alla guida della nostra esistenza. Ricordarli ed essere di aiuto ad altre madri: è questo che ci dà un po’ di conforto.

libri dedicati ai figli

Potreste dare un consiglio alle mamme che, come voi, sono in un tunnel e non sanno come uscirne?

La nostra base di ogni giorno è una bellissima frase di Martin Luther King. “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.” Abbiamo fatto tutte assieme un viaggio lungo e faticoso, scavando dentro di noi e vogliamo donarlo ad altre mamme ferme nel tunnel senza uscita.

Vogliamo ringraziare di cuore queste madri coraggiose perché continuano a diffondere amore intorno a loro, nonostante la perdita immensa. Per la nostra rivista, dedicata al mondo femminile, è un onore poter dar voce a testimonianze così delicate che, in qualche modo, possono essere d’esempio e aiutare altre donne.

Ringraziamo le mamme:

Gaia Simonetti (Barbara Rocchini nel libro), lettera al mio bimbo mai nato

Giovanna Carboni, mamma di Mauro

Stefania Ciriello, mamma di Filippo

Laura Cozzi, mamma di Elena

Stefania Lorenzini, mamma di Lorenzo

Paola Alberti, mamma di Michela.

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Elisabetta Valeri

2 thoughts on “Madri coraggiose

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