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L’arte sconfigge la violenza di un femminicidio

L’arte sconfigge la violenza e il dolore: la storia di Cristina Mostosi ne è un esempio. Lei ha scelto la vita e l’ho capito subito quando l’ho trovata su Instagram.

Il suo progetto mi ha incuriosito e così le ho proposto di raccontare la sua storia alle lettrici di Protagonista Donna. La sua solarità, il suo continuo movimento mi hanno conquistata.

Cristina è una donna piena di idee, di progetti: un vero vulcano in attività! La sua voce, calda e energica, anche attraverso una linea telefonica frammentata, è riuscita a trasmettermi l’impressione di un sorriso.

E il sorriso è proprio quello che mi ha colpita anche attraverso le sue foto, durante le ricerche svolte in rete: un sorriso di luce, nonostante le cicatrici che si porta dentro.

“Io ho scelto di vivere” mi aveva scritto durante la nostra prima chiacchierata virtuale via chat. Si riferiva ai fatti dolorosi della sua vita: sua sorella è una vittima di femminicidio e i suoi genitori non ci sono più da tempo, morti a poca distanza l’una dall’altro, forse schiacciati dal dolore che la violenza, quando arriva, si trascina con sé.

Cristina Mostosi, però, ha scelto di elaborarlo quel dolore e di trasformarlo in qualcosa di buono, di positivo. E ora vi racconto come l’arte sconfigge la violenza.

Cristina cosa ti ha aiutata a non sprofondare nella disperazione?

Nel 2002 la mia famiglia ha subito un gravissimo lutto con l’assassinio di mia sorella Paola, allora ventitreenne. Questo tragico e devastante evento ha sconquassato la vita di tutti noi familiari. Io e Paola eravamo legatissime e il nostro amore infinito, dopo la sua morte, non si è interrotto.

Lungo la nostra vita possono capitare eventi tragici e drammatici. Avvengono inevitabilmente e non li possiamo evitare né spiegare. Possiamo decidere come reagire, però, e come attraversare il dolore che ci provocano.

Io ho scelto la vita, mi sono aggrappata a lei. Ho avuto tantissimi momenti di disperazione, ma ho voluto con tutta me stessa che questa disperazione non rimanesse fonte inesauribile di dolore.

Non ho voluto perdermi nell’oblio. Vivevo un dolore profondo, eppure cercavo dentro di me delle “strategie” di sopravvivenza, per poterlo gestire. Ero disperata, però la vita mi proponeva inesorabilmente i suoi ritmi, le sue scelte, l’organizzazione familiare, il lavoro, i figli all’epoca piccoli.

Tutto era fonte di un fiume di problemi. Ma se idealmente salivo sopra a un ponticello, il fiume non mi sommergeva. Ero io che sovrastavo il fiume e mi sentivo al sicuro. Dovevo trovare la volontà e le forze per salire sul ponticello per non farmi travolgere.

Insomma dovevo prendere la giusta distanza dai problemi. Prendermi il tempo giusto. Quindi, per non sprofondare nella disperazione, la forza l’ho trovata dentro di me.

arte sconfigge la violenza con le foto delle iris di Cristina

In che modo l’arte sconfigge la violenza e diventa terapeutica?

Sono sempre stata appassionata di arte fin da ragazzina, grazie ai miei studi classici. Nella mia famiglia, inoltre, ho avuto diversi artisti: pittori e musicisti.

Io abito a Bergamo, città che durante il primo lockdown è stata devastata nei suoi affetti dalla pandemia. Mentre ogni giorno che passava la mia bella Bergamo moriva sempre un po’ di più, io non me la sono sentita di scrivere sui social: qualsiasi parola mi sarebbe apparsa fuori luogo.

Sentivo solo il bisogno di bellezza e volevo diffonderla affinché tutti se ne potessero riempire gli occhi. Così ogni giorno regalavo una foto delle mie iris. Le mie iris parlavano per me.

Il passaggio successivo è stato l’iniziativa “L’Iris e l’arte”, che tuttora promuovo: ho chiesto a diversi artisti e artigiani di realizzare una loro opera ispirandosi a una foto di una mia iris.

Pian piano ha iniziato a prendere forma una carrellata di opere (anche musicali), una possibilità di ammirare,
attraverso la rappresentazione artistica dei fiori che coltivo, la voce interiore di questi generosi artisti.

Una grandissima opportunità di nutrire la nostra anima smarrita in tempo di coronavirus.

L’arte è uno degli elementi portanti del progetto che vuole ricordare Paola e la sua passione per la lettura.

Cristina riesce così anche a
portare avanti l’eredità del lavoro del suo papà, esperto studioso biologo.

Proprio dal padre la nostra protagonista
ha ripreso l’amore
per la coltivazione delle pregiate varietà di Iris.

Come è nata la tua idea che l’arte sconfigge la violenza e come la stai progettando?

L’idea della Biblioteca della Natura Paola Mostosi è nata poco prima che scoppiasse la pandemia del coronavirus. Da mio padre Luigi, oltre che il giardino con i suoi fiori, ho ereditato tutti i libri botanici e riguardanti la natura.

Negli anni successivi ho incrementato la mia raccolta con acquisti nuovi e poi una mia cara amica mi ha donato molti testi di arte floreale appartenuti alla sua mamma.

E così mi sono ritrovata proprietaria di una bella e nutrita collezione di libri che parlavano di natura in senso ampio. All’inizio del 2020 ho voluto coinvolgere più persone possibili nella realizzazione di una biblioteca che si occupasse di natura.

Ho così esortato amici, parenti, colleghi e followers a rovistare nei propri scaffali alla ricerca di un libro “abbandonato” a se stesso, non più letto né consultato da tempo, che parlasse di fiori, animali, insetti, botanica, minerali, fossili, ma anche testi di fotografie naturalistiche o romanzi ambientati nella natura.

l'arte sconfigge la violenza di un femminicidio. Potete donare i libri per la biblioteca naturale. Intervista di Protagonista Donna

Ho poi invitato a donare questi libri inutilizzati alla Biblioteca della Natura che, in occasione del 25 novembre 2020, la Giornata internazionale per l’abolizione della violenza sulle donne, ho voluto dedicare a mia sorella Paola.

Credo nella trasformazione: anche un dolore infinito e indicibile può generare bellezza e cultura. E così donando un libro dimenticato si offre a quest’ultimo una nuova opportunità di vita.

Il progetto è piaciuto molto e sono arrivati e continuano ad arrivare testi da tutta Italia e anche dall’estero. Ora sto cercando una location adeguata per questo progetto innovativo.

Sarà uno spazio duttile: non solo una biblioteca con la consultazione. Ho intenzione, infatti, di organizzare laboratori, presentazioni di libri, letture di poesie, allestimento di mostre e di mettere a disposizione un pianoforte per ascoltare musica dal vivo.

Insomma in questo luogo si potranno “coltivare” le proprie attitudini e abilità immersi in madre natura. La bellezza, la cultura, l’arte e la natura piano piano e delicatamente, soavemente, si compenetrano come in un abbraccio da quaggiù fino a lassù da mia sorella Paola.

Cosa stai organizzando per la futura programmazione delle attività?

Stiamo vivendo ormai da più di un anno un’esperienza che sfugge ai normali canoni perché nuova, pericolosa, infida. Trovo inutile lamentarci di un tempo stagnante, che ci impedisce di fare quello che vorremmo e che ci ha privato della nostra rassicurante normalità.

Dunque, vivo la consapevolezza che questo tempo strano, dentro il quale ora siamo costretti a vivere, è molto più ampio, più avvolgente, più sfumato di quello che vorremmo definire.

Ma non per questo è un tempo peggiore. Insomma io lo vedo come un tempo ritrovato.

Io provo a ripartire, magari con un po’ di ottimismo. Tesso legami per nuove collaborazioni e per nuovi laboratori, oltre a quelli che già propongo da diversi anni nel mio giardino de Le Iris di Trebecco, corsi come acquerello botanico, pittura botanica su stoffa e intreccio toscano.

Molteplici sono i corsi di nuova programmazione: fotografia naturalistica, ricamo botanico, tintura con piante tintoree, calligrafia e stampa xilografica. E poi ce ne saranno tanti altri ancora!

Dunque invito le lettrici di Protagonista Donna a diventare donatrici della Biblioteca della Natura. Potete seguirmi nei miei canali social e contattarmi per concordare la modalità di invio più agevole per voi. Vi aspetto!

Scrivi per noi

Cosa ne pensate di questa storia di rinascita al femminile?
Scrivete la vostra opinione nei commenti
per condividerla con le altre lettrici.

Loriana Lucciarini

8 thoughts on “L’arte sconfigge la violenza di un femminicidio

    1. Grazie Sabrina per essere una delle nostre lettrici più affezionate. Sì è davvero un esempio di coraggio. Noi donne siamo forti e troviamo spesso delle risorse insperate.
      La Redazione

  1. Io dico che non so davvero come definire e dove incastrare, nel
    puzzle della vita, certe, tante donne!
    La forza, la positività, la tenacia di alcune creature rimescola il pianeta intero. Ci pestano, ci uccidono e ,
    in cambio : fiori, musica, scrittura, colore, comprensione.
    Bella Cristina , semina! finché ne hai nella saccoccia, sapremo raccogliere e continueremo a piantare. Ciao Anto

    1. Che bello sentire questa vicinanza tra donne! Proprio questo è il nostro obiettivo: costruire dei legami anche se a distanza. Grazie Cristina.
      La Redazione

    1. Grazie davvero Sonia per aver apprezzato questa testimonianza. Ogni gesto può essere di ispirazione per chi è ha vissuto il trauma del femminicidio. Speriamo che continuerai a leggerci.
      La Redazione

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