Storie di donne

La prima donna maratoneta della storia. Kathrine Switzer

La prima donna maratoneta della storia fu Kathrine Switzer. Oggi ha settantatré anni, ma nel 1967 partecipò alla gara di Boston. Il regolamento della gara non consentiva alle donne di correre, ma lei ci riuscì lo stesso.

Si registrò alla maratona come K.V. Switzer e partecipò con il numero 261. Uno degli organizzatori, quando si rese conto di ciò che era successo, tentò di fermarla, strattonandola, ma lei tagliò ugualmente il traguardo dopo quattro ore e venti minuti.

la prima donna maratoneta della storia

Protagonista Donna ha l’onore di intervistarla e di raccogliere le sue emozioni di quel giorno. Una rivoluzione al femminile che aprì la strada a molte altre sportive e un gesto che fece il giro del mondo.

Chi ti ha ispirato a correre?

In realtà sono stata ispirata a iniziare a correre da mio padre che mi ha detto che la vita era per chi partecipava, non per gli spettatori. In seconda battuta sono stata spronata dal mio allenatore Arnie Briggs che mi ha trasmesso l’amore di correre a lunga distanza.

Ultimamente sono stata ispirata da mio marito di settantotto anni che corre con un ginocchio operato. Infine, a darmi l’energia, sono state le donne che si sono unite a Fearless 261 che hanno allacciato le scarpe da ginnastica per la prima volta e stanno diventando sempre più potenti.

Sono tante e di qualunque età e stanno cominciando come ho fatto io quando avevo solo dodici anni.

la prima donna maratoneta della storia: Kathrine Switzer, pioniera dello sport

Se parliamo di un sentimento instillato da grandi donne, devo citare indubbiamente mia madre, Gloria Steinem, che ha rifiutato di accettare l’ingiustizia.

Perché hai partecipato a una gara proibita alle donne?

Prima di tutto non c’erano regole scritte che dicessero che la gara era destinata unicamente agli uomini. Poi non c’era alcun limite sul modulo d’iscrizione.

In terzo luogo il mio allenatore mi disse che potevo farlo e dovevo partecipare correttamente alla gara per poter contare come concorrente.

Firmai il mio nome con le mie iniziali: K. V. Switzer. I funzionari, probabilmente, pensarono che K. stesse per il nome di un uomo.

Ero soltanto una bambina che voleva correre ed ero lì come dimostrazione al mio allenatore che non credeva che una donna potesse farcela in una distanza.

kvswitzer la prima maratoneta della storia

Avevo sentito che altre avevano tentato l’impresa e che nel 1966 Roberta Bingay Gibb aveva corso la maratona di Boston senza, però, un numero di pettorale ufficiale, quindi non stavo cercando di superare le barriere.

Soltanto quando un ufficiale di gara mi ha attaccato, durante la corsa, sono diventata determinata a finire quello che avevo iniziato e a parlare a nome di tutte le donne.

Il tuo numero è stato rimosso dalla gara come gesto d’onore alla prima maratoneta della storia.

Oltre a un grande piacere personale è stata una sorpresa per me! Solo una volta è stato fatto prima nella corsa e sicuramente mai per una donna!

donna protagonista

Spero che questo sia d’ispirazione per tutte a mantenersi in salute e avere una lunga carriera. Mi auguro che tutte le persone, soprattutto i giovani, si sentiranno piene di ispirazione quando vedranno il pettorale appeso al museo Adidas RunBase a Boylstone Street, vicino al traguardo della famosa maratona di Boston.

Sarai sempre ricordata come la prima maratoneta della storia, ma che donna sei oggi? Per cosa combatti?

Sto combattendo per la libertà delle donne di tutto il mondo. Cerco di ottenerla portando il dono della corsa a chi ha difficoltà a causa di forze interne o esterne che impediscono loro di indossare le scarpe e andare fuori.

La libertà inizia dal cuore. Bisogna pensare che quando le donne si riuniscono per camminare o correre  insieme in un gruppo non si sentono giudicate e si confrontano, parlano.

Condividono i segreti della loro anima. Capiscono che non sono sole là fuori. Prendono forza le une dalle altre e si nutrono del potere della corsa che si infonde in ogni aspetto della loro vita.

prima maratoneta

Le donne che corrono hanno il coraggio di prendere il controllo della propria vita, trovare un lavoro migliore, ottenere un’istruzione e venire fuori da una relazione poco soddisfacente.

Credete in voi stesse. Abbiate il coraggio di cambiare, cambiare voi stesse, le vostre famiglie, le comunità e il posto di lavoro. Sto cercando di trasmettere questa eredità a donne più giovani che hanno passione a sufficienza per prendere in mano la propria vita.

traguardo sport

Nel 2017 abbiamo raggiunto grandi risultati: ho corso tagliando il traguardo di cinquant’anni dalla mia maratona di Boston.

A quel tempo abbiamo creato una rivoluzione sociale. Ora tocca alle nuove generazioni. Sono loro che devono andare avanti. Devono fare lo stesso, nel mondo, per i prossimi cinquant’anni. Passo la fiaccola a loro. Sono certa che sarà una corsa bellissima e saremo sempre di più.

switzer

Curiosità sulla maratona di Kathrine Switzer

Kathrine Virginia Switzer, anno 1947, nacque in un periodo in cui ancora le discipline sportive escludevano la presenza femminile. Grazie a un’educazione dei genitori controtendenza, da giovane si iscrisse alla squadra di hockey su prato.

Fu proprio durante gli allenamenti di hockey che Kathrine si avvicinò alla corsa. Ogni giorno percorreva 3 miglia. E la sua bravura non passò inosservata al college.

L’allenatore della squadra di atletica, infatti, per raggiungere il numero minimo di partecipanti richiesti per la maratona aggiunse Kathrine Switzer alla squadra maschile.

Era la prima volta che una donna era inclusa in una squadra di ragazzi. In realtà la maratona di Boston sosteneva di escludere gareggianti femminili perché il loro corpo era troppo debole per correre così a lungo.

Nel 1966, però, Bobbi Gibb decise di partecipare anche senza pettorale. Lo fece da anonima e in tre ore concluse la gara. Kathrine Switzer, però, è da sempre considerata la prima donna maratoneta della storia perché corse con un numero assegnato, quindi ufficialmente.

Dopo che le foto scandalose di una partecipante femminile fecero il giro del mondo la Amateur Athletic Union proibì alle donne di partecipare alle competizioni maschili.

In quel periodo il movimento femminista chiedeva a gran voce che ogni settore aprisse le porte alle donne. Anche lo sport era oggetto di dibattito. Kathrine diventò un simbolo anche per le femministe.

La Boston Athletic Association nel 1972 decise, grazie anche alle pressioni della Switzer di aprire a tutti la Boston Marathon.

Grazie a Kathrine Switzer, la prima donna maratoneta della storia, per averci regalato le sue emozioni e la sua esperienza con una generosità estrema.

Le donne pioniere hanno permesso a tante altre, dopo di loro, di intraprendere carriere prima impensate.

Se volete dire la vostra opinione sulla storia della prima maratoneta della storia scrivetelo nei commenti.

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Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.
Protagonista Donna

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Elisabetta Valeri

4 thoughts on “La prima donna maratoneta della storia. Kathrine Switzer

  1. In realtà la prima donna a correre la Maratona di Boston fu Roberta Gibb e anche se dovette farlo senza pettorale, la BAA le riconobbe a posteriori la medaglia d’oro come prima vincitrice donna della Maratona in questione. Successe un anno prima della Switzer. Dovremmo ricordare anche lei.

    1. Grazie per aver letto e commentato l’articolo. Al suo interno è stata rammentata, proprio dalla Switzer, Roberta Gibb. Continua a seguirci e a partecipare.

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