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I miei primi giorni in Svezia. Innamorata della cultura svedese

Cosa c’è di più avventuroso di un trasferimento in Svezia? Traslochi fatti con il treno, una lotteria particolare, la tradizione svedese della Fika e tanti consigli. Tutto raccontato in un diario di viaggio tra Malmo e Lund. Non perdetevi la favola moderna di una studentessa con la valigia…

È passato un mese dal mio arrivo in Svezia… un mese da quando vi ho parlato del trasferimento a Malmo e ci sono così tante cose da raccontare. Probabilmente dovrei fare una sorta di riunione con me stessa per cercare di riordinare tutto il caos nella mia mente per potervi rendere partecipi.

In questo articolo, e nei prossimi che usciranno, cercherò di farvi vivere ciò che ho vissuto io attraverso sensazioni, fotografie e istanti della mia nuova vita svedese.

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Vorrei che fosse, per voi lettrici, una sorta di rifugio, un momento da dedicare a voi stesse e ai vostri sogni. Preparatevi una tisana e lasciate tutto quello che state facendo per immergervi in questo nuovo viaggio in cui prometto di farvi da Cicerone.

Vi accompagnerò dentro una favola fatta di voglia di scoprire il mondo. Siete pronte? Bevete un sorso e torniamo, insieme, indietro nel tempo…

Consigli per l’arrivo e l’alloggio

Dopo l’atterraggio all’aereoporto di Copenhagen (estremamente minimalista e futuristico) mi sono diretta verso la stazione sotterranea per prendere un treno direzione Malmo.

Per chi non lo sapesse, Copenhagen è a soli quaranta minuti di treno dalla terza città più grande della Svezia, Malmo, e basta attraversare il famoso ponte sospeso, Oresund Bridge, per potersi spostare comodamente dalla Danimarca alla Svezia.

E, a dir la verità, è anche molto più economico atterrare a Copenhagen piuttosto che nel piccolo aeroporto di Malmo: ci sono più voli e offerte più allettanti destinate a chi vuole passare del tempo in Svezia senza sborsare un capitale per il biglietto aereo (ve lo sconsiglio caldamente).

… Ma ritorniamo a noi. I primi giorni di questo lungo viaggio mi permettono di vivere nella verdissima Malmo, in una stanza trovata grazie a un gruppo Facebook per studenti internazionali.

come trasferirsi in Svezia

Da sola a Malmo

Malmo è una città estremamente dinamica e multiculturale, per cui probabilmente se vi capiterà di andarci, vedrete più spagnoli, italiani, indiani o sudafricani che svedesi. E c’è da dire che, proprio per le sue grandi dimensioni, sarà molto difficile trovare un alloggio comodo e vicino al centro.

Infatti, la mia prima stanza non era proprio nel quartiere più bello e raggiungibile del mondo. Immaginate una ragazza piena di valigie prendere un treno, una metro e due autobus per raggiungere la casa in questione… un delirio!

Sapevo che mi sarei dovuta trovare un’altra sistemazione più adatta. Unico intoppo? Il prezzo. In Svezia è tutto dannatamente costoso (o per lo meno per noi italiani).

Lund e la città universitaria

Da studentessa non potevo certo permettermi una reggia in centro, ma avrei dovuto cercare qualcosa di più vicino a Lund, cittadina universitaria in cui sarei dovuta andare ogni giorno per partecipare alle lezioni e ai meeting accademici.

università estere

E, inaspettatamente, qualcuno dal cielo mi ha teso la mano. Dopo pochi giorni dall’arrivo decisi di partecipare a una lotteria presso la Lund University in cui mettevano a disposizione alcuni alloggi nel college per i nuovi studenti internazionali.

Ero già negativa: non sono mai stata una persona fortunata… E invece, per questa volta, colpo di scena. “Signorina, ha vinto la lotteria. Può scegliere la stanza che preferisce qui negli alloggi universitari”.

diario di viaggio Svezia

Ed è da quel momento che iniziò, ufficialmente, il mio viaggio in Svezia. Feci un trasloco in treno tratta Malmo-Lund con cinque viaggi diversi per riuscire a portare tutti i miei bagagli nella stanza del college. Vi giuro, care lettrici, che maledissi le mie scarpe e la mia valigia di maglioni!

Noi donne dovremmo davvero imparare a fare valigie più leggere e lo capii completamente a mie spese. Ma ecco che, dal finestrino del mio vagone, vidi la scritta Lund. Scesi con gli ultimi bagagli e capii: ce l’avevo fatta e da sola.

Curiosità e particolarità della cultura svedese

Pacca sulla spalla per complimentarmi con me stessa e uscii subito dalla stazione. Eccole lì: tutte quelle testoline bionde dagli occhi azzurri con spalle larghe e sorrisi bianchissimi. E no, non sto esagerando. Avrò impresso nella mente il dipinto di quella scena per sempre. Eccoli lì con la loro estrema cordialità e riservatezza. Gli svedesi.

Dal primo incontro idilliaco e alquanto bizzarro passarono giorni e settimane. Nel primo periodo iniziai a scoprire la cultura svedese. Piccola parentesi: è estremamente difficile conoscerla bene.

da sola in Svezia

Gli svedesi sono riservati e timidi e non danno confidenza subito. Ma posso assicurarvi che basterà un buon caffè insieme per farli sciogliere. E quando ci riuscirete vi si aprirà un mondo: disponibili, amorevoli ed estremamente simpatici.

Penso che ci abbiano mentito per tanti anni con i soliti stereotipi sulla freddezza delle popolazioni nordiche. Da quando sono a Lund mi imbatto in calore e gentilezza a ogni scorcio. E posso dirlo con franchezza: entrare in contatto con una cultura diversa è sempre un grande ostacolo, ma sono una privilegiata.

consigli per la Svezia

La prima peculiarità culturale che mi accolse fu il cosiddetto FIKA. Immaginate la mia faccia da italiana a sentire questa parola. “In che senso?” pensai. Tranquille, care lettrici, è un’altra cosa.

Vi racconterò anche questa storia: era uno dei primi giorni di università e la coordinatrice dei corsi adibì una sala del dipartimento per un piccolo rinfresco. In realtà, alla fine della conferenza, scoprii che non si trattava affatto di un rinfresco di benvenuto isolato.

Sarebbe stata la normalità, ma non lo sapevo ancora. Si avvicinò con un sorriso dolce e ci disse: “Benvenuti in Svezia. Questo è il nostro piccolo mondo. Quando sarete qui vi verrà voglia di condividere le vostre esperienze. Il momento Fika sarà il vostro migliore amico in questo”.

cosa fare in Svezia

Ed ecco che scoprii in poco tempo che per Fika si intendeva “fare merenda in compagnia”. In realtà, con il passare delle settimane, capii che andava ben oltre questo: gli svedesi amano condividere il proprio tempo libero con gli altri e trovano molto stimolante concedersi durante la giornata lavorativa piccoli momenti di ristoro in cui poter mangiare dolcetti e bere bevande calde insieme ai colleghi.

Fika è, per gli svedesi e ora anche per me, un modo di vedere le cose. Se in Italia va di moda “evito la pausa caffè così lavoro di più e non perdo tempo”, in Svezia vige la regola “mi prendo una pausa insieme agli altri perché così lavoro meglio dopo”.

Un modo di vedere il lavoro e le pause completamente diverso. Per gli svedesi è estremamente importante riuscire a essere produttivi sul lavoro, ma allo stesso tempo sono consapevoli che servano piccole pause per ottimizzare la concentrazione.

tradizioni culinarie Svezia

E c’è qualcosa di più bello che poterle condividere con i propri colleghi? Ed ecco che, quando le caffetterie chiudono, gli svedesi si organizzano in modo impeccabile. C’è chi porta un vassoio di dolcetti, chi porta una caraffa di caffè caldo (rigorosamente americano) e chi porta il latte o le noccioline. Insomma, la collettività che non abbandona mai le giornate di uno svedese e di chiunque entri in contatto con questa realtà.

Volete un altro esempio? Nel mio corso di Pubblicità e Nuovi Media, alla Lund University, la mia professoressa non perde neanche un’occasione per viziarci con caffè e torte sfornate da lei.

Ed è così che, a metà lezione, ci ritroviamo a parlare e a bere caffè caldo tutti insieme, alunni e insegnante, senza alcuna distinzione. E vi parlo da italiana fiera della sua cultura, quale sono: il caffè diventa davvero più buono se preso in compagnia (anche se annacquato).

Fika dags

C’è un’altra peculiarità che devo raccontarvi. La cultura, o meglio la società svedese, non fa distinzione tra uomini, donne, bambini, ragazzi o ragazze: in Svezia tutti hanno la stessa importanza. Anche nei bagni pubblici non esistono differenze e divisioni: i bagni no gender sono proprio per tutti e in tutte le cittadine.

All’interno del mondo universitario vale lo stesso principio: in Svezia gli insegnanti non vogliono essere chiamati per cognome e men che meno essere visti dagli studenti come esseri alieni dotati di un’aurea di superiorità.

Gli insegnanti si sentono al pari dei propri alunni: incitano al dialogo, alla condivisione, all’apertura mentale e amano condividere la pausa Fika con la classe. Così capita che ti ritrovi a pranzo con il tuo insegnante o a condividere la strada del ritorno in bicicletta.

Un Paese in cui sentirmi spronata e mai impaurita: questa è la Svezia che sto conoscendo giorno dopo giorno e questa è la cultura svedese di cui mi sto innamorando perdutamente.

Vorreste saperne di più? Continuate a seguirmi e a leggermi…
e  vi prometto che avrete voglia di
comprare un biglietto di sola andata destinazione Svezia.

donna-protagonista

Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.
Protagonista Donna

Valentina Brini

4 thoughts on “I miei primi giorni in Svezia. Innamorata della cultura svedese

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