Storie di donne

ParlaMi. Dai social alla realtà.

Quando la solitudine si sconfigge con un sorriso

Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.
(Rita Levi-Montalcini)

L’ospite di oggi, Marina Fichera, è una fucina di idee, tante delle quali realizzate con successo. Fotografa e viaggiatrice. Ha realizzato una mostra con i suoi scatti. Da viaggiatrice incontra l’umanità e da fotografa la ritrae, raccontandone la storia. Il suo viaggiare è un movimento lento utile ad assaporare, osservare, catturare ricordi ed emozioni.

Poi grazie alle sue doti pratiche gestisce e organizza eventi. Ma Marina è anche altro: è una donna con una bella idea in testa e un progetto interessante di cui vi voglio parlare oggi.

dai social alla realtà

Marina ti ringrazio per questa intervista. Presentati alle lettrici…

Grazie a voi per l’opportunità di far conoscere il mio progetto: ParlaMi. Come dicevi sono un’appassionata viaggiatrice, mi piace lo stile avventuroso e adoro l’Asia, ma qualsiasi luogo del mondo per me è fonte di curiosità e conoscenza. Mi piace imparare e fare cose nuove, avere stimoli sempre diversi, mi definisco una “scimmia curiosa”.

Il tuo progetto vuole essere il tentativo di creare relazioni in una metropoli dove tutto si complica perché un po’ ci si perde: le corse contro il tempo e l’umanità che sfugge. La solitudine serpeggia tra i vagoni della metro pieni di pendolari stanchi dove è sempre più raro trovare un sorriso. Una voragine esistenziale che dilaga.

È per questo che nasce ParlaMi? Quali sono le finalità? Come si articola?Cosa realizzerà?

amicizie

“Restiamo umani” è uno dei miei mantra. Senza umanità siamo perduti. Anche pensando a questo nasce il progetto ParlaMi. L’idea prende forma dall’osservazione della mia realtà quotidiana di passeggera di mezzi pubblici, unita alla voglia di fare qualcosa che possa avere un impatto positivo sulle persone che condividono la stessa esperienza.

Mi sono chiesta “ma se la mattina, invece di trovare persone sole, con lo sguardo perso nello smartphone o con le cuffiette nelle orecchie, si entrasse in metropolitana e ci si mettesse a scambiare un sorriso e due parole, anche solo per un minuto non sarebbe meglio?”.

Quale impatto potrebbe avere sulla giornata dei milanesi fare queste cose invece di perdersi tra una chat virtuale, un gioco ipnotico o un video su YouTube? Io credo che potrebbe essere straordinario.

donne protagoniste

Per questo ho pensato a un progetto che prevede di sfruttare i social per far interagire le persone sui mezzi pubblici e, poiché di solito i tempi di percorrenza non sono lunghi, ParlaMi vuole dare l’opportunità di scambiare qualche parola in modo “organizzato”. Vengono indicati degli argomenti di conversazione, scelti dalla comunità virtuale ogni settimana.

L’ideale sarebbe avere l’appoggio dell’azienda che gestisce la rete di mobilità della città. Il progetto è ancora in evoluzione.

Tra le tue mille attività hai dato vita a ParlaMi, un progetto che mira a creare legami per sconfiggere la solitudine.

Forse complice di questa scelta è il contrasto tra l’esistenza quotidiana, in una metropoli che fagocita, e il viaggiare lento e consapevole, dove si ritrova il tempo per l’incontro?

Sì senza dubbio! Anche se non tutte le metropoli sono uguali. In alcune i ritmi e i rapporti umani sono ancora “alla vecchia maniera”. Penso, ad esempio, a una città meravigliosa come Buenos Aires. In altre, invece, come Shangai e New York, l’essere umano è sempre più solo  e i ritmi sono spinti al limite dell’impossibile.

Milano è a metà strada, forse perché è una città abbastanza piccola, forse perché siamo in Italia. Credo che qui ci sia ancora la possibilità di stabilire relazioni umane concrete e sincere, quelle con il ritmo giusto.

La tua opinione conta.
Tu come sconfiggi la solitudine? Raccontalo nei commenti.

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Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.

Protagonista Donna

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Loriana Lucciarini

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