Bellezza e benessere

La medicina narrativa. Una moda o un bisogno dei malati?

La medicina narrativa è l’ascolto delle storie di malattia (storytelling) e la loro traduzione in possibili alleate del percorso terapeutico.

Curare è anche una politica. Può essere fatto con un rigore di cui la dolcezza è il rivestimento essenziale. Un’attenzione squisita alla vita che si veglia e si sorveglia. Una precisione costante.

Una sorta di eleganza negli atti. Una potenza e una leggerezza. Una presenza e una sorta di percezione molto attenta che osserva i minimi segni.
È una sorta di opera, di poema (mai scritto) che la sollecitudine intelligente compone.

Paul Valèry

Francesca aveva solo trentanove anni quando le fu diagnosticato un carcinoma al colon e, nel giro di pochi mesi, si ritrovò con un male da combattere e un sacchetto appeso sull’addome.

Quanto basta per andare in crisi totale e non riuscire più a riordinare il caos che la malattia genera nella vita quotidiana di una persona che vive, lavora, ama e fa progetti.

Una diagnosi difficile, di quelle comunicate con un giro di parole complicate da capire, tra la fretta che regna negli ospedali e l’urgenza di avere risposte che non arrivano.

cartella parallela
Immagine di Paolo Pomati

Cos’è la medicina narrativa?

Manuela era una delle infermiere del reparto che avrebbe accolto Francesca. Stessa età della paziente e grande conoscenza di medicina narrativa.

Si occupava da tempo di progetti esistenziali che non considerassero solo i bisogni fisici del paziente, ma anche quelli emotivi, psicologici.

Il suo obiettivo era raccontare l’esperienza della malattia, intesa come un percorso della vita da affrontare esattamente come altre esperienze, con le terapie tradizionali e con altri strumenti alternativi.

La cartella parallela nella medicina narrativa

Un esempio di come la medicina narrativa possa essere concretamente utilizzata nella pratica assistenziale quotidiana, negli ospedali come nelle cure domiciliari è la Cartella parallela, ovvero uno strumento che affianca la cartella clinica tradizionale e che raccoglie il vissuto narrativo della persona assistita.

Se la cartella clinica tradizionale raccoglie l’anamnesi, gli esami di laboratorio, la diagnosi e la terapia, la cartella narrativa o cartella parallela racchiude informazioni biografiche e personali.

medicina narrativa
Immagine di Paolo Pomati

Come si compila una cartella narrativa?

Attraverso l’ascolto del paziente. L’infermiera Manuela accolse Francesca con questa frase “Dimmi cosa dovrei sapere della tua situazione che non sia scritto sulla cartella tradizionale”.

La cartella parallela, in un progetto di medicina narrativa concreta, lascia libertà al paziente di raccontarsi, senza inibizioni, azzerando la fretta, favorendo la relazione di cura e la mappatura di bisogni sommersi dalla paura.

Contemporaneamente anche l’operatore sanitario, medico o infermiere, esperto di medicina narrativa applicata, ascolta se stesso e annota le proprie opinioni ed emozioni rispetto al paziente assistito, in un esercizio continuo di presa di coscienza e introspezione.

Tutti oggi scrivono storie di malattie. La narrazione, infatti, è diventata un canale comunicativo forte sia per il malato sia per chi ascolta la storia del paziente.

Scrivere, spesso, è liberatorio e condividere l’esperienza di una malattia con altre persone è un modo per essere protagoniste del proprio percorso terapeutico e per essere d’aiuto a chi vive la stessa storia, ma non sa come raccontarla.

La medicina narrativa cerca di accogliere ogni racconto e trasformarlo (storytelling) in un progetto di terapia che affianca quelli tradizionali, cambiando il paradigma classico del curare con il prendersi cura.

Fondamentale è la costruzione di una relazione terapeutica tra curante e persona assistita. Si tratta di una rapporto che è, a pieno titolo, una comunicazione umana, basata sull’empatia, ma con uno scopo preciso. Non solo, infatti, comprensione e solidarietà, ma anche collaborazione e ricerca di un obiettivo terapeutico reale e sostenibile.

La tua opinione conta. Hai mai raccontato la tua malattia?
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Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.

Protagonista Donna

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Binello Laura

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