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Amiche per caso

Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara: due “amiche per caso”, due scrittrici, due protagoniste che parlano di donne, ma non solo alle donne.

Metti insieme, nella stessa casa, precisamente un casale in un borgo umbro tre donne diverse per età, per fisionomia e per percorsi di vita, simili per tipologia familiare, essendo figlie uniche, per spirito di ribellione e per capacità di rinascere e reinventarsi.

Aggiungi una gatta, un barista e un sogno da realizzare.
Dosa con parsimonia il velo di Maya, per vedere tutto sotto la luce dissacrante e indagatrice dell’ironia e del coraggio.

Agita compulsivamente.

tre donne un barista una gatta

Il cocktail che ne deriva è esplosivo, da bere tutto d’un fiato per dissetarsi di buone letture in questa estate che inizia e che ci porta a desiderare testi introspettivi e originali, ma godibili.
“Amiche per caso”, il romanzo a quattro mani di Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara, edito nel 2018 è una fusione di vite particolari e individuali che, nell’alternarsi delle stagioni, confluiscono in una sola storia, nella quale tutte e tutti possono riconoscersi.

Oggi intervistiamo per Protagonista Donna le due autrici, anch’esse amiche e collaboratrici per un caso che casuale non è mai, per discorrere con loro di sorellanza, di incontri e scontri al femminile e della bellezza dell’essere diverse eppure solidali.

Come definireste la sorellanza? Essere amiche vere è anche essere sorelle per scelta?

Mariantonietta: la mia migliore amica è, per me, una sorella. Siamo diverse, ci completiamo e soprattutto siamo famiglia. Non direi che si diventa sorelle per scelta, ma che si scopre di esserlo durante il percorso di crescita insieme.

Silvestra: la famiglia non la scegli, è quella che il destino ti riserva. Fratelli, sorelle, genitori e cugini. Non è il “sangue” che rende famiglia, non è il dna che rende sorelle. Gli amici, invece, li scegli e, spesso, sì gli amici sono fratelli e sorelle migliori di quelli che il destino ci ha regalato. Ovviamente sarebbe meraviglioso avere una vita piena di fratellanza di sangue e di affetti.

madre e figlia

Cosa differenzia e accomuna le donne di generazioni diverse? C’è una trasmissione di saperi e un fisiologico conflitto?

Mariantonietta: uh, domandona. Le donne sono sempre accomunate dalla loro specificità, dalle loro battaglie, dai ruoli loro imposti. Il conflitto nasce quando a una fisiologica e bellissima trasmissione del sapere e della narrazione che le accomuna, le donne sostituiscono la strana idea di dover essere tutte uguali. Si può essere un fronte compatto solo a patto di riconoscersi tutte diverse.

protagonista donna scrittrici

Silvestra: il  conflitto generazionale esiste per fasce d’età. Una quarantenne e una quindicenne, è fisiologico. La prima vive di esperienze, ha già maturato in sé la capacità di distinguere un consiglio da un obbligo; la seconda, invece, ha tutta la vita per sbagliare e non vuole sentire ragioni: parte dal presupposto di fare da sola.

Se queste due donne ideologiche le portiamo avanti con l’età ecco che c’è una mescolanza di saperi. Non per niente le figlie femmine hanno spesso conflitti con le madri in giovane età, madri che poi ritrovano quando la vita fa percorrere loro gli stessi passi.

Come definireste la resilienza?

Mariantonietta: parola assai di moda ultimamente. Chiarisce molto bene la capacità di tantissime persone di superare prove molto pesanti senza spezzarsi, riuscendo persino a trovare una propria strada. Forse è una caratteristica tipica delle donne, anche se temo che spesso possa essere fraintesa e trasformata in un alibi.

donne protagoniste

Silvestra: resilienza è il modo filosofico per dire “sei forte, puoi farcela”. Diciamo che oggi in molti se ne riempono la bocca, ma è quello che le persone, uomini e donne, hanno sempre fatto.

Non erano forse resilienti le donne che vedevano partire figli e mariti per la guerra? Non sono resilienti gli uomini che restano da soli a crescere dei figli? Tutti noi abbiamo delle difficoltà e tutti noi dobbiamo trovare un modo per venirne a capo, per rimettere in piedi la nostra vita. Siamo tutti esseri resilienti.

Come è stato scrivere un romanzo a quattro mani e trovare la perfetta intesa?

Mariantonietta: sembrerà strano, ma nonostante i timori iniziali, è stato assolutamente naturale, piacevole e stimolante. Tanto che ora siamo alle prese con nuovi progetti (e non ci siamo neanche mai incontrate).

Silvestra: molto bello. Io e Mariantonietta siamo due persone molto diverse, e questo ci ha aiutato a mettere insieme le idee. Abbiamo trovato subito dei punti di incontro e ci siamo messe a lavoro accantonando la paura del giudizio. È andata bene, lo rifaremo.

libri e cultura

Come sono le donne che ritenete siano protagoniste della propria vita?

Mariantonietta: non sono definibili, perché hanno appunto una propria vita e specificità. Per qualcuna vuol dire dedicarsi alla famiglia, per un’altra non avere una famiglia, per altre viaggiare, per altre non lasciare mai il nido. Sicuramente le donne che sono protagoniste della propria vita sono coraggiose, specialmente di questi tempi.

Silvestra: sono le classiche donne che nessuno sopporta (o che sono mal sopportate). Donne che hanno una forte identità, una grande personalità, ma anche tanta ironia. Ne conosco qualcuna, per questo dico che sono spesso accolte con il sorriso dal gruppo, ma, poi, immediatamente criticate al voltar delle spalle. Sono donne coraggiose, fenomenali.

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Hai mai avuto amiche per caso diventate poi come sorelle?
Raccontatecelo nei commenti!

Ogni storia può essere un esempio, se raccontata e condivisa.
Protagonista Donna

©Riproduzione riservata Protagonista Donna

Emma Fenu

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