Cronaca

A un anno dal terremoto. La terra trema, il cuore anche.

A un anno dal terremoto è difficile dimenticare quel 30 ottobre 2016.
Ci sono ancora troppi brandelli di ricordi sotto le macerie. Non sembrano passati 365 giorni da quando quella terribile scossa ha colpito il territorio umbro.

Purtroppo ancora non è stato fatto molto per Norcia e neanche per ricostruire chiese e monumenti crollati sotto i colpi della terra. Ancora sembra lontano il momento in cui tornerà il sorriso.

Molti hanno perso una casa, tanti un luogo del cuore dove rifugiarsi per rincontrare gli amici della gioventù, tutti abbiamo perso la piazza di San Benedetto dove incontrarci.

Poche persone, a un anno dal terremoto, sono state alloggiate nelle cosiddette “casette”, i moduli abitativi di legno. Gli altri abitanti umbri sono in attesa e continuano a dormire e ad andare avanti con mezzi di fortuna, contando solo su se stessi, pieni di una dignità infinita.

Stessa sorte per il cimitero di Norcia, ancora chiuso perché non è stato messo in sicurezza. Impossibile quindi visitare i propri cari. Il cimitero è attualmente zona rossa.

A un anno dal terremoto le parole di tre donne, di tre generazioni diverse, suonano ancora troppo vive. In questa video intervista si raccontano con generosità, nonostante i traumi subiti per le scosse della terra.

Nel video le immagini e l’intervista a tre voci femminili che raccontano quei momenti.

Ecco perché, a un anno dal terremoto, invito tutti a non dimenticare la situazione dolorosa che hanno vissuto e stanno vivendo tante famiglie.

I racconti di chi c’era il giorno del terremoto a Norcia

30 ottobre 2016. Pochi secondi. Un tonfo tremendo, assordante. Il terreno che quasi ti ingoia, il boato che ti stordisce e una nuvola enorme di fumo che si alza fino al cielo.

Sembrava la fine del mondo. Sembrava una bomba atomica.

Continuano a ripetermi questo le persone che c’erano. Negli occhi di chi ha affrontato le scosse ci sono messaggi evidenti. Sono bastati pochi attimi per perdere tutto: case, macchine, beni e qualcosa di più prezioso come la sicurezza della quotidianità e il proprio futuro.

Norcia è solo l’ultima, in termini temporali, delle città colpite da questo cataclisma naturale. Prima Amatrice, Accumuli, Arquata. Lì ci sono state anche le vittime da piangere. Giorni in cui i vigili del fuoco hanno scavato con le mani nelle macerie, alla ricerca di un grido, di una speranza.

Norcia è stato un caso diverso. A Norcia nessuna vittima nello spaventoso terremoto di magnitudo 6.5 del 30 ottobre 2016. Il più potente sisma che ha colpito l’Italia, ma nessuna vittima umana.

Le due coincidenze che hanno salvato i cittadini di Norcia

Non è stato un caso. C’era stata una scossa di magnitudo inferiore il 24 agosto del 2016. Da allora la terra non ha smesso di gorgogliare, di lanciare il suo avvertimento. I media hanno taciuto sulla situazione di Norcia. In realtà c’erano ancora scosse a tutte le ore. Altro che “situazione tornata alla normalità!”

Questa continuità di pericolo, in parte, è stata la salvezza dei cittadini. Gli ha fatto tenere alta la guardia. Già da agosto, dopo la prima scossa, erano usciti dalle proprie case e avevano dormito in mezzi di fortuna. L’interno delle chiese, almeno delle maggiori, aveva subito danni e, quindi, tutti i luoghi di culto erano stati dichiarati inagibili.

accumuli amatrice heartquake
Norcia, poi, vanta un’edilizia virtuosa. Nel 1979 un sisma di magnitudo 5.9 aveva raso al suolo molte abitazioni. Dopo quell’anno, quindi, hanno ricostruito con criteri antisismici. Questo è stato l’altro fattore che ha salvato la vita di molti, durante l’ultima scossa.

Ancora un tassello ha disegnato il destino degli abitanti. Proprio il 30 ottobre c’era stato il cambio dell’ora solare. Se non fosse intervenuto questo fattore i vigili del fuoco sarebbero entrati nelle chiese, a portare in salvo alcune opere, in coincidenza del crollo.

La cattedrale di Norcia li avrebbe travolti se non avessero anticipato la missione. E i cittadini? Sarebbero andati ad ascoltare la messa, proprio al centro del disastro, se la terra non li avesse avvertiti quel 24 agosto.

magnitudo a un anno dal terremoto

I danni più evidenti a un anno dal terremoto

Nessun morto nel bilancio del terremoto. Norcia, però, è morta ugualmente quel 30 ottobre 2016! La cattedrale di San Benedetto, il patrono della città, nella piazza centrale, si è sgretolata come una costruzione di sabbia e ha travolto quelle che venivano definite “le misure”.

A fianco della cattedrale, infatti, c’erano degli archi in pietra e, sotto, delle mangiatoie. I turisti si sedevano lì per prendere un po’ di fresco l’estate, ma solo chi era del luogo sapeva l’origine della terminologia.

“Le misure” erano recipienti in pietra per il mercato dei cereali. Un’unità di misura artigianale per ottenere il giusto dosaggio. Oltre alla cattedrale sono crollate tutte le altre meraviglie architettoniche di Norcia.

Le chiese, piccole e grandi, non hanno resistito ai sussulti della terra. Le opere d’arte, custodite fino ad allora, all’interno delle chiese, sono state dilaniate dalla furia del terremoto. Alcune sono state messe in salvo dai vigili del fuoco, ma la maggior parte sono andate perdute.

magnitudo terremoto scossa

Come vivono ora gli abitanti di Norcia?

Gli abitanti hanno visto le loro vite spazzate via in pochi attimi. Hanno perso tutto il loro mondo. Persino le clarisse del monastero Santa Maria della Pace sono fuggite, violando il loro giuramento di clausura, quando hanno visto minacciate le loro vite.

E ora, dopo le immagini che hanno straziato tutti dalla TV, c’è chi il dramma vero lo vive ancora. Ogni giorno. Gli abitanti dormono in macchina o nei pullman messi a disposizione dalla città. Qualcuno, con le sue forze e le sue conoscenze, ha chiesto aiuto ad amici, parenti, ha trovato roulotte o camper da trasformare in rifugio per la notte e casa per il giorno.

Molti dormono tutti insieme all’interno delle strutture: anziani, ragazzi, usando lo stesso bagno, ammassando i letti, durante il giorno, per far posto alle lunghe tavolate del pranzo.

Le istituzioni e il terremoto

E le istituzioni dove sono? Semplicemente assenti! Non c’erano ad agosto e non c’erano neanche a ottobre, a prevenire una catastrofe già annunciata. Luoghi dove l’inverno le temperature scendono anche sotto lo zero.

Un centro città che ormai non esiste più. Attività commerciali chiuse, forse per anni, forse per sempre. Nessun supermercato aperto. Gente che non sa dove comprare i beni di prima necessità.

chiese inagibili Norcia

Le istituzioni hanno mandato solo i dettami. Hanno dichiarato inagibili tutte le case perché ora le responsabilità sarebbero troppo evidenti. Hanno detto, però, un no secco alle tendopoli perché, questo, potrebbe causare ritardi nella ricostruzione.

Hanno detto un altro no determinato alle casette di legno perché deturperebbero l’ambiente circostante. Oltre a dire molti no non hanno fornito risposte sollecite e, tantomeno, strutture idonee ad affrontare un freddo inverno. Solo ora, a dicembre inoltrato, cominciano ad arrivare le prime case mobili.

Cosa mi ha lasciato il terremoto di Norcia

I nursini e gli abitanti delle piccole frazioni vicine sono montanari, persone solide, oneste, che lavorano da sempre, pagano regolarmente le tasse e ora che chiedono aiuto si trovano da soli.

Rimane soltanto l’amore per una città splendida come Norcia che dalla forza, dalla dignità e dal carattere dei suoi abitanti troverà la spinta per rinascere dalle sue macerie e restituirà laddove ha tolto.

donna-protagonista

A un anno dal terremoto giudicate voi cosa è cambiato. Certe volte fare questo lavoro significa raccontare storie, anche personali, mettendo da parte i sentimenti. Le interviste e le immagini del video mi sono costate un dolore enorme. Ho scelto di anteporre ai miei sentimenti il dovere di mostrare la verità.

Dico così perché Norcia è il luogo della mia infanzia, quello dei nonni, dei ricordi, dei giochi come campana e delle uscite di sera dove ci vedevamo “giù al corso”. A Norcia e dintorni c’è ancora metà della mia famiglia… a un anno dal terremoto!!!

Elisabetta Valeri

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